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Troppa grazia

Regia di Gianni Zanasi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Troppa grazia

di mck
8 stelle

Un film che rimane in parte nascosto in piena vista. Non è un male.

 

CatFight with Madonna by Marina Abramovic.

Italia etrusca, Tuscia romana, ovvero: tutte le strade portano a Viterbo.  
1. Troppa Grazia di Gianni Zanasi (Est. '17 → Prim. '18) - Qualcosa che non c'è.
2. Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher (Est. '17 → Prim. '18) - La leggenda del santo lavoratore.
3. Il Primo Re di Matteo Rovere (Aut. '17 → Inv. '19)  - Pugna, frate meo! 

 


“Io sento tutto di te.”
(La vera madre alla vera figlia.)

Osserviamo due persone, molto probabilmente una giovane madre e sua figlia, guardare silenziosamente schiantarsi una meteora, mentre il giorno s'inchin'alla sera e accende il tramonto in attesa della notte, dietro a un dosso boscoso, sentinella solitaria a guardia miliare di campi coltivati appena smossi e arati, liberando qualche joule dotato di esponenziale; poco più tardi, trent'anni dopo, prima che il mattino albeggi, un altro sommovimento tellurico scatenato non dalle geometrie celesti ma dalla dinamite umana, provoca il crollo di una parete divisoria tra qui e l'altrove, e ascoltiamo sgorgare una fonte, in catabas'inversa.
In mezzo, il film, sta.

 


“Abbiamo tempo solo per diventare ridicoli.”
(Il potere politico-amministrativo spiegato bene.)

Scritto dal regista Gianni Zanasi [che, con Daniele Vicari ("Velocità Massima", "l'Orizzonte degli Eventi", "il Mio Paese", "il Passato è una Terra Straniera", "Diaz - Don't Clean Up This Blood", "la Nave dolce", "Sole Cuore Amore"), forma un'ideale coppia a distanza di autori di buon cinema italiano; coppia che potrebbe essere quintetto se Alex Infascelli (“Almost Blue”, “Piccoli Crimini Coniugali”), Davide Marengo (“Notturno Bus”, “Boris 3” e “Breve Storia di Lunghi Tradimenti” da Tullio Avoledo) ed Edoardo Gabbriellini (“B.B. e il Cormorano”, Padroni di Casa”) non fossero altamente più discontinui] con il boriseo (e “Come Quando Fuori Piove” di Virginia Raffaele) Giacomo Ciarrapico, lo zanasiano (e, oltre a “Non Pensarci - la Serie”, il bel “Padroni di Casa” e molta mesta serialità tv Rai: “la Mafia Uccide solo d'Estate” e “Tutto Può Succedere”) Michele Pellegrini e la morettiana (“il Caimano” e “Habemus Papam”) Federica Pontremoli e prodotto (con l'aiuto di soldi laziali, italiani ed europei) da Beppe Caschetto (l'uomo senza una pagina wiki dedicata ché altrimenti ci troverebbe scritto sopra manager di fabiovolo), “Troppa Grazia” è un bel film.

 


Zanasi contiene alla perfezione la bravissima Alba Rohrwacher (il cui arco costituzionale interpretativo viaggia tra l'insopportabile - “la Solitudine dei Numeri Primi”, “Hungry Hearts”, “Perfetti Sconosciuti”, “the Place” -, poco, e il sulime - “l'Uomo che Verrà”, “Bella Addormentata”, “Via Castellana Bandiera”, “Con il Fiato Sospeso”, “le Meraviglie”, “Vergine Giurata”, “Sangue del Mio Sangue”, “les Fantômes d'Ismaël”, “Figlia Mia”, “Lazzaro Felice”, “il Miracolo”-, molto) e utilizza benissimo un cast in Grazia di Dio composto da Elio Germano, Giuseppe Battiston, Carlotta Natoli, Thomas Trabacchi, Teco Celio e l'esordiente Rosa Vannucci, volto d'oltr'urbe e raccordo nuragico uscito direttamente da “Caterina Va in Città” (Alice Teghil), “Corpo Celeste” (Yle Vianello), “Bellas Mariposas” (Sara Podda e Maya Mulas), “le Meraviglie”(Maria Alexandra Lungu e Agnese Graziani) e “Figlia Mia” (Sara Casu).

 


Un po' più di difficoltà c'è ad inquadrare la brava Hadas Yaron: perché la Madonna parla con accento straniero (israelo-palestinese, arabo-ebraico) e non in perfetto aramaico-giudaico o perfetto italiano o perfetto burino? Il suo essere un'allucinazione/proiezione non risponde alla domanda.

 


Fotografia (che evita la belluria tornatoriana e si tuffa nell'iperrealismo crialesiano del bianco mulino) di Vladan Radovic (“Saimir”, “Colpo d'Occhio”, “il Resto della Notte”, “Isole”, “Anime Nere”, “la Felicità È un Sistema Complesso”, “la Pazza Gioia”, “Vergine Giurata”, “Figlia Mia”, “Notti Magiche”, “il Traditore” e la trilogia maicolbeiana-denoantri “Smetto Quando Voglio”). Montaggio del regista con Rita Rognoni, anche co-produttrice. Scenografia: Massimiliano Sturiale. Costumi: Olivia Bellini. Suono in presa diretta: Stefano Campus. Musiche originali di Niccolò Contessa in arte I Cani e non originali di Arcade Fire, GoldFrapp, the Last Shadow Puppets, Jon Hopkins by Four Tet, Duke Ellington & John Coltrane e RadioHead.

 


- “Sono matti!”
- “Stanno solo pregando.”
- “Eh, appunto.”

Un film che rimane in parte nascosto in piena vista. Non è un male.

* * * ¾

Note.
Come non riandare con la memoria a “Lisa the Skeptic” (feat. Stephen Jay Gould), l'8° ep. della 9ª stag. (il 186° in tot.) di “the Simpsons”?



Niccolò Contessa in arte I Cani in “Nascosta in Piena Vista”.

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