Regia di Julie Bertuccelli vedi scheda film
Gli oggetti sono la connessione con il passato. Custodiscono tutta la vita vissuta ed è attraverso di loro che Claire riesce a rivivere i tempi andati, in particolar modo ora che crede di essere al termine ella sua esistenza.
Parte da questo rapporto a doppio filo tra gli oggetti e le persone, l’ultimo film di Julie Bertuccelli. Il ruolo centrale degli oggetti lo si percepisce fin da subito, con inquadrature in cui ad essere protagonisti sono orologi ed automi dal valore economico ma soprattutto affettivo.
Pur celando le emozioni tra gesti e sguardi dei protagonisti non palesandoli mai in modo netto, la Bertuccelli compone una pellicola a suo modo suggestiva ma eccessivamente ricca di elementi. Rende Claire protagonista di una vita travagliata, dalla perdita di un figlio alla responsabilità della morte del marito, finendo per introdurre anche il travagliato rapporto con la figlia minore.
La complessa composizione narrativa finisce per smorzare il tono evocativo della trama e della pellicola in se. Nonostante la buona prova delle tre attrici protagoniste, Catherine Deneuve, sua figlia Chiara Mastroianni, e l’intensa Alice Taglioni che si cala brillantemente nel ruolo di Claire da giovane, la pellicola della Bertuccelli non decolla mai davvero e finisce per propinarci solo una sequenza di ricordi che si alternano alla vita che continua a scorrere inesorabile.
Peccato perché dalla fotografia e dalle sequenze iniziali sembrava avere le potenzialità giuste per essere un film piacevole, ma quando il passato comincia ad intrecciarsi con il presente, il racconto finisce per prendere una piega troppo complessa per essere spiegata, nel modo consono, nella durata stabilita.
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