Regia di Tinto Brass vedi scheda film
Fantascienza e commedia all'italiana: esperimento di fusione parzialmente riuscito. Non è sufficiente la discreta aggressività del primo Brass (affascinato da Godard) per spostare l'attenzione dall'istrionismo sordiano - qui peraltro l'attore romano interpreta ben quattro personaggi diversi. La Vitti è in secondo piano, molto meglio la prova della Mangano, contadina disperatamente povera e madre sola di troppi figli. La storia è un'allegoria semplice semplice che mira a fare riflettere sugli interessi del 'potere', che così spesso, pur sbagliati o nocivi per la collettività, dominano quelli dei cittadini. Ma qualsiasi intento satirico finisce molto presto in farsa. Non da disprezzare, ma nemmeno memorabile.
I marziani sbarcano in un paesino del Veneto. I carabinieri indagano con la precisa intenzione di smentire i testimoni. Fra di loro c'è una contadina poverissima che ne ha catturato uno; ma i carabinieri arrivano troppo tardi: la donna ha già venduto il marziano ad una facoltosa contessa, che ovviamente nega tutto. Ci sono poi altri testimoni inattendibili come una coppietta di adulteri, che ha tutto l'interesse ad estraniarsi dalla vicenda per non destare sospetti, ed un prete ubriacone. Per risolvere al meglio la questione, finiranno tutti in manicomio.
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