Regia di Alessio Cremonini vedi scheda film
Forse era meglio che restavo a casa vostra ieri sera!
La vicenda umana di Stefano Cucchi, al netto di polizie deviate e di negazione dei diritti fondamentali del cittadino, è la storia di un ragazzo che ha alle spalle tanti errori, ma che paga forse per l'unico suo aspetto non emendabile: una certa spavalderia, una eccessiva capacità di tolleranza nei confronti del pregiudizio nei suoi stessi confronti. La vita lo ha forgiato sufficientemente spavaldo da non preoccuparsi delle difficoltà che incontra e sufficientemente ruvido da non fidarsi di nessuno; ma per quanto a 30 anni uno pensi di essere imperforabile, alla fine può succedere che una sera esca di casa e non ci torni più (mentre era nelle mani di organi dello Stato) ...
Sulla mia pelle è narrazione che contiene un atto di denuncia. Per coloro che non conoscono la vicenda, ecco che Cremonini parte dall'epilogo, tanto per non far equivocare sul fatto che stiamo assistendo agli ultimi giorni di un condannato a morte.
Anche se con l'impressionante interpretazione di Alessandro Borghi che diventa un clone dell'originale, Cremonini cerca di fare una narrazione naturalistica, quasi più vera del reale, egli si cura anche nel frattempo di prendere le distanze dal personaggio andando a scrutare gli stati d'animo della famiglia, in particolare dei genitori e della loro particolare storia di sofferenza in quanto genitori appunto di un tossico-dipendente dai trascorsi burrascosi.
E l'urlo finale della madre è la sintesi dell'urlo di rabbia di tanta parte del pubblico al termine della vicenda. O forse è stato di fatto il grido d'allarme per la coscienza di quel carabiniere che, pochi giorni dopo l'uscita del film, gli ha permesso finalmente di squarciare il velo che copriva la la verità dopo 9 anni di bugie e depistaggi.
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