Regia di Alessio Cremonini vedi scheda film
Il valore civico di Sulla mia pelle è confermato dagli ultimi sviluppi del processo per la morte di Stefano Cucchi (che per ovvie ragioni cronologiche non sono contemplati nel film), trentunenne geometra romano, avvenuta dopo il suo arresto operato dai Carabinieri, con l'addebito di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
La vicenda risale a nove anni fa e soltanto oggi sembra avere giudiziariamente imboccato la dirittura finale. Dal punto di vista cinematografico, il film di Alessio Cremonini è realizzato nel solco della migliore tradizione italiana del cinema d'impegno civile, pur lasciando da parte precedenti illustri che rischierebbero di sembrare ingombranti.
La trama segue la tragica e un po' kafkiana vicenda di Stefano Cucchi (e della sua famiglia), dall'arresto fino alla morte del giovane nel reparto di Medicina Protetta dell'ospedale Pertini di Roma. Cremonini racconta questa storia (purtroppo) italiana senza fare del protagonista un martire né idealizzando la sua famiglia, gente normale, che inizialmente non riesce a capacitarsi di quello che in realtà è successo, sentendosi quasi in colpa per i precedenti poco commendevoli del figlio. Anche quest'ultimo è descritto come almeno parzialmente prigioniero delle proprie contraddizioni, quando denuncia il pestaggio e poi lo nega («so' cascato dalle scale») e quando chiede aiuto ai medici e al tempo stesso rifiuta le cure.
Sulla mia pelle è un film riuscito - forse anche con la fortuna di essere uscito al momento giusto - anche grazie ad alcuni interpreti bravissimi, soprattutto Alessandro Borghi, che recita Stefano conferendogli tratti di aggressiva rassegnazione e Jasmine Trinca, non somigliante, ma mimetica, nella parte di Ilaria Cucchi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta