Regia di Alessio Cremonini vedi scheda film
Nell’ottobre del 2009 i carabinieri romani colgono sul fatto uno spacciatore, Stefano Cucchi, lo arrestano e lo massacrano di botte. Il delinquente, peraltro denutrito e tossicodipendente, nel giro di una settimana morirà di stenti e per le percosse subite.
A quasi dieci anni di distanza dall’accaduto, ecco il film sul caso Cucchi: un’opera sostanzialmente onesta, che ripercorre l’ultima settimana di vita del 31enne romano attenendosi con grande scrupolosità a quanto emerso dai verbali e dai racconti dei testimoni. Il lavoro di Alessio Cremonini, da lui stesso scritto insieme a Lisa Nur Sultan, ha indubbiamente il pregio della meticolosità nella ricostruzione storica degli eventi ed è altrettanto apprezzabile per la messa in scena sobria, anche se esteticamente virata forse un po’ troppo al televisivo, e per la recitazione grazie a un cast ben assestato, composto da un protagonista perfettamente in parte come il giovane Alessandro Borghi e da funzionali elementi di supporto quali Max Tortora, Jasmine Trinca, Milvia Marigliano, Orlando Cinque e Andrea Lattanzi. Alla luce dell’assoluta credibilità della trama, le accuse di aver calcato la mano su un ritratto negativo delle forze dell’ordine sono chiaramente fuori luogo, così come è assurdo pensare che le forze dell’ordine in Italia utilizzino come prassi il metodo Cucchi; quanto alle reazioni del pubblico, quel che lascia maggiori perplessità è piuttosto che non si sia sviluppato un moto di sfiducia nei confronti del personale medico, connivente in maniera palese con quello di pubblica sicurezza nell’omicidio del ragazzo. 4,5/10.
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