Espandi menu
cerca
Sulla mia pelle

Regia di Alessio Cremonini vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Paul Hackett

Paul Hackett

Iscritto dal 2 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 71
  • Post -
  • Recensioni 1603
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Sulla mia pelle

di Paul Hackett
8 stelle

Intenso docu-drama che ricostruisce in maniera asciutta e rigorosa gli ultimi giorni di vita del trentunenne Stefano Cucchi, arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti il 15 ottobre 2009 e morto una settimana più tardi in regime di custodia cautelare.

 

Comunque la si pensi su una vicenda che ha profondamente colpito (e in molti casi diviso) l'opinione pubblica italiana (e neanche stavolta sono mancate le polemiche), peraltro con uno strascico giudiziario ancora in corso nel momento in cui scrivo, non si può negare che la morte di un detenuto sia sempre una ferita aperta nella carne viva dello stato di diritto. Pur raccontando, di fatto, la storia di un umanissimo martirio, il film di Alessio Cremonini evita accuratamente qualsiasi tipo di beatificazione postuma, descrivendo Cucchi per quello che (presumibilmente) era e non tacendo i tratti più sgradevoli della sua persona: il risultato è una pellicola dura e disturbante, che, quasi seguendo il percorso dei lividi sulla sua pelle, "utilizza" un personaggio che è diventato suo malgrado un simbolo per cercare di aprire un dibattito sulle tante, troppe morti che ogni anno avvengono nelle carceri italiane (emblematica, in tal senso, è la scritta in sovrimpressione che chiude l'opera).

 

Alessandro Borghi giganteggia nel ruolo del protagonista, riprodotto con un'impressionante precisione (per comprendere lo straordinario lavoro dell'attore, è sufficiente ascoltare l'audio della vera voce di Cucchi durante i titoli di coda) e con una capacità di mimetismo degna del Robert De Niro dei tempi d'oro. Bravi tutti i comprimari, nessuno escluso, ed eccellente il lavoro del regista-sceneggiatore. Suggestiva la fotografia di Matteo Cocco, cupa e cianotica come le ferite che hanno condotto Cucchi alla morte e adeguatamente angosciante la colonna sonora dei Mokadelic. Benemerita produzione Netflix.

 

Gran film, doloroso ma necessario: 8/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati