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Sulla mia pelle

Regia di Alessio Cremonini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sulla mia pelle

di yume
8 stelle

Come recita un’antica preghiera, Vita mutatur, non tollitur, Stefano Cucchi resterà ilconvitato di pietra di uno Stato inadempiente, forse sarebbe troppo definirlo canaglia, ma fino a quando una giustizia tardiva non arriverà anche per lui tale rischia di essere.

locandina

Sulla mia pelle (2018): locandina

Racconto degli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi e della settimana che ha cambiato per sempre la vita della sua famiglia, Sulla mia pelle, diretto da Alessio Cremonini e scritto con Lisa Nur Sultan, si basa sui verbali e le testimonianze della vicenda giudiziaria e apre la rassegna Orizzonti a Venezia75.

 

Il 22 ottobre 2009, mentre si trovava in custodia cautelare, Stefano Cucchi, 30 anni, morì nell’ospedale Sandro Pertini a Roma.

L'avvocato della famiglia Fabio Anselmo e la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi hanno dichiarato piena condivisione per la realizzazione di un film che riporta in primo piano una vicenda tanto dolorosa quanto controversa, una storia infame che getta vergogna sullo Stato di diritto in cui crediamo di vivere.

Alessandro BorghiJasmine Trinca sono gli interpreti, intorno a loro personaggi secondari tratteggiati con rapide pennellate e precisione di caratteri fanno da cornice alla parabola drammatica che si avvita intorno alla figura di quel ragazzo scheletrico, condannato a pagare troppo per le sue piccole colpe.

Stefano non era un santo, lo sappiamo, vendeva qualche dose di droga, poca roba, aveva un passato di tossicodipendenza curato in un centro di riabilitazione e adesso lavorava col padre, da geometra.

Soffriva di epilessia, si allenava in palestra nello sport che gli piaceva, la boxe, e per il resto niente da segnalare se non che la sera usciva come tutti i ragazzi del mondo e si vedeva con qualche amico.

Quando i carabinieri lo arrestarono la sera del 15 ottobre 2009 stava fumando una normale sigaretta fermo in macchina con un amico.

Purtroppo in un calzino aveva un pacchetto con un po’ di roba, ma il trattamento dei carabinieri cominciò anche prima di averlo trovato.

Fatto sta che una rapida perquisizione e un trasferimento immediato in caserma innescarono una spirale da cui Stefano uscì morto dopo appena una settimana, mai più rivisto dai familiari a cui fu impedito in ogni modo un incontro.

In caserma gli trovarono addosso 21 grammi di hashish, tre confezioni di cocaina, una pasticca di sostanza inerte e una pasticca di un medicinale anti-epilettico.

Stefano era un ragazzo minuto, pesava 43 chili per 1.62 di altezza.

Quando morì ne pesava 37.

 

Cremonini si ferma qui, sulla vicenda giudiziaria successiva affida l’informazione a scarne didascalie, ma chi negli anni ha seguito la vicenda sa dei tre gradi di giudizio, dal 2009 fino all’inchiesta–bis voluta fortemente dalla famiglia nel 2017, e sa che si è trattato di un percorso dell’orrore segnato da tracce di dolore che esigono la rimozione da parte di uno Stato che deve garantire ai suoi membri quella giustizia che è stata negata, avvilita, confusa.

 

Alessandro Borghi

Sulla mia pelle (2018): Alessandro Borghi

Stefano Cucchi vive nel film e lo irradia, gli dà il tono giusto per incarnare la vulnerabilità del suo personaggio senza diventare pathos, retorica, invettiva.

Alessandro Borghi è magistrale nel far rivivere in prima persona l’impotenza, il dolore, l’umiliazione e,soprattutto, la solitudine di quello sfortunato ragazzo.

La ricostruzione è sobria e l’impatto su chi guarda catastrofico.

Leggere le cronache o seguire i notiziari non è certo quell’immersione nella carne viva di una storia che solo il cinema consente.

L’indignazione tracima, le lacrime scorrono,

Come recita un’antica preghiera Vita mutatur, non tollitur, Stefano Cucchi resterà ilconvitato di pietra di uno Stato inadempiente, forse sarebbe troppo definirlo canaglia, ma fino a quando una giustizia tardiva non arriverà anche per lui tale rischia di essere.

 

Alla mater dolorosa e alla coraggiosa sorella che non si è mai arresa forse la saggezza antica può essere piccolo conforto:

 

Nulla rimarrà nel luogo in cui si trova, il tempo abbatterà ogni cosa e la trascinerà con sé. E non si prenderà gioco solo degli uomini ma dei luoghi, delle regioni, delle parti dell’universo.

Appianerà tutte le montagne e altrove farà sorgere in alto nuove rocce; inghiottirà i mari, devierà i fiumi e dopo aver troncato le comunicazioni tra i popoli, dissolverà la società e la convivenza del genere umano; altrove farà aprire vaste voragini sotto le città, le scuoterà con terremoti e dal profondo effonderà esalazioni pestilenziali, coprirà con inondazioni ogni luogo abitato, ucciderà ogni essere vivente sommergendo il mondo, brucerà con vasti incendi e ridurrà in cenere tutto ciò che è mortale…

Beato tuo figlio, o Marcia, che già conosce queste cose!

 

Seneca, Consolatio ad Marciam

 

 

www.paoladigiuseppe.it

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