Regia di Gustav Möller vedi scheda film
Visivamente non si esce dal centralino del Pronto Intervento della polizia danese. L'azione è sentita e mai vista. L'impatto però è straordinario, per un thriller di rara intensità.
Asger Holm al centralino del Pronto Intervento riceve la chiamata di una donna apparentemente sequestrata dal suo ex marito, mentre i figli piccoli sono rimasti soli a casa. Che fare? E quale è la verità?
Quando ci si mettono gli scandinavi riescono a proporre, sia in letteratura che a livello cinematografico, dei thriller di straordinaria efficacia, spesso legati all'atmosfera ambientale con i paesaggi unici dei paesi nordici. In "Den skyldige" però si entra in un vortice claustrofobico, perché non si esce mai dagli uffici del centralino del Pronto Intervento della polizia danese, tanto che si può dire che l'azione non sia mai vista ma solo sentita. Il risultato è un thriller di grande impatto, tutto mirato alla scrittura, ai dettagli che via via vanno scoprendosi scoinvolgendo la visione iniziale, mirando tutto sull'intensità dell'emergenza e della situazione.
Forte anche di una durata di poco superiore agli 80 minuti, il ritmo diventa incandescente per un film che lascia col fiato sospeso, coinvolge ed emoziona, portando lo spettatore a immedesimarsi perfettamente nei panni del protagonista, ovviamente onnipresente: e in tal senso per la riuscita del film è fondamentale non sbagliare l'attore principale, con Jakob Cedergen che propone un'eccellente interpretazione portando ai nostri occhi tutta la tensione vissuta dal protagonista.
A livello visivo non si esce mai da due uffici del centralino, eppure questo è un film di respiro molto più ampio di tantissimi altri.
Un thriller davvero notevole e da vedere assolutamente.
Voto: 9
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