Regia di Gustav Möller vedi scheda film
“The Guilty” vive di scrittura, vero e proprio corpo dominante di un film tutto adagiato sul dialogo, sulla parola come ponte di collegamento tra mondo interno ed esterno, tra il protagonista e la “realtà interlocutrice” che è metafora di colpe e rimossi affliggenti la sua quotidiana esistenza. Oltre quella stazione di polizia, al di là della linea telefonica, c’è un cinema che rivendica la forza e l’importanza dell’ellissi quale strumento dell’immaginazione.
Una pregevole e avvincente opera prima, costantemente incollata a un unico personaggio e ai suoi sguardi, ad espressioni e atteggiamenti ai quali aggrapparsi per dedurre il racconto e le sue dinamiche. Fino al colpo di scena finale che rientra tra i maggiori meriti di un film che sarebbe piaciuto a Hitchcock.
“Il colpevole” è, contemporaneamente, tutto dentro la mente del protagonista ma si sviluppa in toto nella testa dello spettatore.
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