Regia di Jaco van Dormael vedi scheda film
A Bruxelles si incontrano le solitudini di Harry (Auteuil), un esperto di marketing, e di George (Duquenne), un ragazzo affetto dal morbo di Dawn. La diffidenza iniziale e l'incapacità di godere la vita dell'azzimato professionista verranno stemperate dalla trascinante vitalità di George.
Van Dormael redige e dirige calligraficamente un film discontinuo, capace di coniugare attimi di grande poesia ed immaginazione (il topo che canta, la coccinella, la formica risucchiata dall'aspirapolvere) ad altri piagnucolosi ed inautentici (la scena del pulmino con i matti a bordo è inconsistente rispetto a quella vista in Qualcuno volò sul nido del cuculo di Forman). Ma al di là di certa leziosità che traspare qua e là, il regista belga mostra di avere talento da vendere, ed uno stile che si connota, tra le altre cose, con la fine che impone ai suoi personaggi: un volo suicida. Auteuil e Duquenne premiati ex-aequo a Cannes per la migliore interpretazione maschile.
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