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L'ospite

Regia di Duccio Chiarini vedi scheda film

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La recensione su L'ospite

di Furetto60
6 stelle

Tra dramma e commedia.Discreta regia di Duccio Chiarini al suo secondo impegno cinematografico.Buona la prova degli attori

L’equilibrio di una coppia, apparentemente solido, anche se ovviamente con gli inevitabili alti e bassi, viene rimesso in discussione, a causa di un incidente, capitato durante un rapporto sessuale, il preservativo si rompe, non è una situazione insolita, succede, si sa. Chiara vorrebbe pragmaticamente chiudere la questione, utilizzando la pillola del giorno dopo, Guido, invece lascerebbe la situazione così lasciando fare al caso. Questo “inconveniente” solo apparentemente banale è l’inizio di una travagliata riflessione sul senso della relazione. Cosi durante la conseguente tipica “pausa di riflessione” imposta da Chiara, Guido passa dal lettino della sua vecchia stanza al divano della casa degli anziani genitori e poi a quello del loft dell’amico in carriera e via continuando, girovagando come “ospite”, tra amici e parenti, divenendo testimone di discussioni e litigi, scoprendo come sotto la facciata di armonia di coppia, covano spesso malesseri, dissapori e tradimenti. Guido è fondamentalmente un puro e candido, un sognatore, che subisce le angherie di una preside, vagheggiando una borsa di studi e nel frattempo si arrangia, accontentandosi di una dignitosa mediocrità che se da un lato gli permette di sopravvivere, al contempo gli impedisce di dare un senso o una vera svolta alla sua vita, sia sul piano professionale che sentimentale, si reca dalla cardiologa, perché intanto è diventato anche ipocondriaco, ovviamente non ha nulla  e finisce perfino a letto con l’avvenente medico, ma non combina niente perché pensa sempre a Chiara. Dovrebbe trovare la quadra della sua vita, ma più va avanti e più si smarrisce e più Chiara si allontana, trova però un rigurgito di orgoglio quando bacchetta severamente i membri della commissione che invece di ascoltare il suo intervento si avventano sul buffet

L’ospite, opera seconda del regista Duccio Chiarini, ci racconta con leggerezza, ma non con superficialità, le difficoltà di una coppia, in un periodo storico come il nostro, dove il precariato economico e lavorativo, riesce a incidere nei rapporti, più dell’amore stesso. Pur se con semplicità di narrazione e personaggi fin troppo stereotipati, il regista riesce a mettere a fuoco la drammaticità che consegue a questo stato di cose, c’è perfino un pizzico di sarcasmo e un’atmosfera sospesa, tra elegante ironia e malinconia esistenziale, piccole schegge di vita quotidiana emergono, gettando luce su aspetti intimi e personali, con uno sguardo di comprensione e di affettuosa empatia. La regia ci trasmette una sensazione di spaesamento, una forma di irrequietezza in cui talvolta ci si trova ad indugiare quasi inconsapevolmente. Guido come tanti è in cerca della sua strada, ma allo stesso tempo anche piuttosto passivo, rispetto alle cose della vita che succedono attorno a lui,senza che riesca a modificarle, esprime tutta la sua infantile tenerezza allorquando consapevolizzando di aver perso per sempre il suo amore, piange come un bimbo al quale è volato via il palloncino. Non male la sceneggiatura e i dialoghi. Buona l’interpretazione dei protagonisti.

 

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