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L'ospite

Regia di Duccio Chiarini vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su L'ospite

di alan smithee
7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

La vita familiare ed intima vista con l'occhio critico dell'ospite .... quel terzo incomodo che viene accolto entro una intimità familiare che, a differenza della sua, pare perfetta ed armoniosa, ma nasconde crepe forse ancor più pericolose di quelle che hanno sbriciolato la serenità di quest'ultimo.

La coppia apparentemente perfetta composta dallo scrittore e professore di lettere trentanovenne Guido, e la guida turistica Chiara, sprofonda ad opera di lei quando un banale incidente durante l'esercizio di un rapporto amoroso, instilla il dubbio di una eventuale possibilità di concepimento di un bambino: eventualità che se dal lato di lui viene considerato come un lieto inconveniente, da parte di lei al contrario viene tradotto nel naufragio di ogni sogno di gloria già seriamente compromesso con la frequentazione del suo bonario compagno di vita.

La pausa di riflessione di pochi richiesta da Chiara al compagno, si trasforma poco per volta nello sgretolamento di una storia di coppia, che costringe tra l'altro Guido a trasferirsi altrove, ospitato un po' dagli amorevoli ed apprensivi genitori, piuttosto che da una coppia di amici e colleghi apparentemente esemplare, piuttosto ancora che da un amico donnaiolo sempre indeciso sulla partner da frequentare.

Ovunque si giri, Guido non può fare a meno di notare come le coppie di fatto perfette e realizzate che lo ospitano, nascondano malesseri ed insoddisfazioni assai ben peggiori di quelle che hanno portato allo sfacelo della sua storia d'amore, messa al bando da una banale rottura di un anticoncezionale.

E' scritta molto bene l'opera seconda di Duccio Chiarini, il regista che già ci aveva convinto con il precedente e malizioso Short skin. L'ospite, presentato al festival di Locarno 2018 nella sezione Piazza Grande.

La sceneggiatura, opera del regista assieme, tra gli altri, al regista Roan Johnson, scorre finemente e be calibrata lungo il suo percorso scaltramente incentrato a far affiorare tutti i nodi nascosti che anche la apparentemente più salda e collaudata unione familiare, nasconde nei meandri di una mutevolezza di umori e sensazioni in grado di rendere anche l'individuo più equilibrato e coscienzioso, come una scheggia impazzita in grado di compromettere ogni più strutturata unione di intenti e di progetti con cui è stato costruito e concepito il proprio progetto familiare.   

Il film brillante ma sapientemente estraneo a facili banalizzazioni od inutili istrionismi, diventa specchio fedele ed anche un po' inquietante di una insoddisfazione di massa che pesa nel bilancio singolo che ognuno di noi spesso tende a nascondere a beneficio dell'interesse comune della collettività ristretta in cui ha scelto di vivere che è la propria famiglia.

A beneficio della riuscita della fine e ironica commedia, contribuisce non poco la felice scelta di un cast di nomi poco noti, ma straordinario per resa ed efficacia: Daniele Parisi nel ruolo di Guido, ci ricorda un Valerio Mastandrea scientemente in sordina, ma di grande spessore; Silvia D'Amico, bella e tenera, divide il suo personaggio tra le tenerezze di un affetto che si può lecitamente chiamare amore, e l'insofferenza che il suo personaggio frustrato non può fare a meno di non provare nel vedere mandati a monte tutti i propri sogni e desideri di fortuna oltreoceano.

Nei panni della cardiologa amica dell'amico di Guido, la cantante e talvolta attrice Thony è ancora una volta meravigliosa e perfetta, oltre che a suo modo sempre bellissima e sexy, e ci spinge una volta di più a desiderarla coinvolta più spesso in avventure cinematografiche che invece la vedono partecipe con ricorrenza solo contingente.

L'Ospite è un film-specchio piuttosto fedele dei tempi che ci contraddistinguono, che si sviluppa anche molto bene tramite figure secondarie importanti e assai riuscite come quelle degli alternativamente apprensivi e bonari genitori di Guido, ottimamente resi da due caratteristi in stato di grazia come Milvia Marigliano e Sergio Pierattini. Un prodotto che merita interesse ed attenzione del pubblico, soprattutto per lo stile semplice e genuino con cui sa distinguersi da molte altre commedie, al contrario facilone e ruffiane, nel trattare argomentazioni anche intime e urgenti, con uno stile schietto ma mai pieno di sé, in grado di andare a fondo alle sfaccettature più intime della problematica, rimanendo rispettosa di uno stile da commedia allineata ai tempi ed ai modi di vita che scandiscono la nostra più schietta quotidianità.    

Il film, di produzione italiana, è uscito prima in Francia che in Italia, riscontrando apprezzamento ed interesse nelle sale che l'hanno ospitato, e guadagnandosi recensioni positive di pagine quotidiane come Le Monde, o periodici come Les Fiches du Cinema o Les Inrockuptibles. Ci auguriamo che il film possa venire accolto con l'interesse che sicuramente merita, anche da noi, dal prossimo fine agosto.

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