Regia di Asghar Farhadi vedi scheda film
Occasione mancata per il regista Asghar Farhadi. Buona comunque la prova attoriale dei coniugi Bardem
Laura, alias Penelope Cruz, lascia Buenos Aires per partire alla volta nel natio paesello, nel cuore di un vigneto alle porte della capitale spagnola, per il matrimonio della sorella, porta con se i suoi due figli, ma lascia il marito Alejandro a Buenos Aires. Costui è stato un uomo più che benestante , ma in seguito ad un rovescio economico, ha perso quasi tutto, per questo non si reca alle nozze della cognata e resta in Argentina in cerca di lavoro.Laura viene accolta calorosamente dalla sua numerosa famiglia, in una sorta di ospitale rimpatriata, in un clima caldo e fervido di preparativi, fino al giorno delle nozze e con i successivi festeggiamenti, nel cortile interno alla loro grande abitazione. Per Laura è un tuffo nei ricordi di infanzia e giovinezza, mentre ritrova inevitabilmente, anche Paco, alias Javes Barden, un suo antico amore di gioventù, Anche lui nel frattempo si è sposato con la bella e tosta Bea, e ha fatto fortuna, con una finca trasformata in vitigno. C’è dunque un apparente affiatato clan familiare, un tempo ricco e oggi in decadenza, che festeggia il matrimonio e proprio, la sera delle nozze, tra ritrovi, abbracci, canti, balli e piccolissimi indizi di tensione domestica, scatta la tragedia, viene rapita Irene la figlia quindicenne di Laura, e arriva la richiesta di 300mila euro di riscatto, Laura è costretta immediatamente a richiamare il marito e nel frattempo si occupa con i parenti di reperire il denaro richiesto. E la macchina narrativa parte, ma girando troppo spesso a vuoto, si innesca una reazione a catena, di scoperte di “altarini”, colpe individuali e collettive, errori di ignavia e di omissione, a tipo matriosca, sarà per Laura come alzare il vaso di Pandora della propria anima, appesantita da un masso, che grava sulla sua coscienza, un oscuro segreto, con il quale convive ormai da anni. Come sempre nel cinema di Farhadi è l’incastro delle ragioni personali e dei segreti all’interno della famiglia a minare le relazioni, come se la delicata struttura della famiglia, fosse tenuta insieme grazie ad una parvenza di unità, ma che venendo a mancare un pezzo, crollasse rovinosamente a mò di effetto domino. Girato in Spagna dal regista,colpito da quel paesaggio e da quella cultura,dopo un suo entusiastico viaggio e ambientato in un piccolo paese, per una scelta precisa, perché diversamente dalle grandi città, dispersive e frenetiche, qui i rapporti umani si instaurano più facilmente e secondo ritmi più semplici.Tuttavia il racconto non riesce ad uscire mai dal clichè del cinema folcloristico, con una fotografia in digitale saturata, i sempre presenti colori ocra e marrone dei paesaggi spagnoli, i borghi con i bar all’aperto, i cortili, le vigne, la terra polverosa. Il regista iraniano Asghar Farhadi ha pensato, come suoi illustri colleghi, di poter sfruttare artisticamente la coppia Cruz/Bardem per una storia ambientata in una realtà rurale della Spagna e infatti i coniugi Bardem esprimono, soprattutto insieme grande mestiere recitativo, ma non basta, le ambientazioni sono “da copione”, così come la storia,che stenta a decollare, con degli sviluppi, simili a quelli di una soap opera latino americana. I colpi di scena arrivano sempre tardi e sono “telefonati”, in un territorio, di cui l’iraniano Farhadi dà l’impressione di conoscere poco, a reggere il racconto è una dinamica narrativa, che si avvita su se stessa. Il melodramma tracima, degenerando in telenovela, nell’accezione più riduttiva, mancando una messinscena efficace. Il film procede a sbalzi,tra tempi morti e sequenze prolisse,con uno pseudo intreccio da sciogliere, per giungere alla composizione di un disperato quadro complessivo, in cui ciascuno, esce sconfitto. Nella scena della festa di matrimonio,ci sono accurate riprese eseguite in “steadicam” tra gli invitati, che si avvicendano a quelle aeree realizzate con un drone fornito dal wedding planner, ma sono le sole scelte registiche efficaci, nei dialoghi perlopiù, la camera stenta a seguire i personaggi, nei loro primi piani. Nel complesso il film è deludente.
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