Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Due fidanzati, separati dall’Atlantico (lui è emigrato in Canada a lavorare), si sposano per procura. La sorella minore di lei viene sedotta e abbandonata, partorisce e poi muore; la nonna del seduttore, per far sparire il frutto della colpa, lo fa abbandonare dentro una chiesa. Per un equivoco la sorella maggiore viene creduta sua madre e condannata per tentato infanticidio; il marito, sconvolto, ottiene l’annullamento del matrimonio. Alla fine, cioè dopo dodici anni, tutto si chiarisce. Al quarto melodramma con la coppia Nazzari-Sanson, gli intrecci di Matarazzo iniziano a diventare un po’ troppo meccanici, riprendendo elementi dei film precedenti (la nobile intrigante e infine pentita, il bambino sottratto di nascosto alla madre). Viene poi portata all’estremo la lontananza fisica dei protagonisti, che in pratica vivono due vicende parallele (affrontando entrambi una tentazione, lui da parte della moglie insoddisfatta del superiore e lei da un avvocato bellimbusto): in tutto il film li vediamo insieme solo nel lungo flashback iniziale e nei 5’ conclusivi.
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