Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Stefano è emigrato in Canada per lavoro; in Italia ha lasciato Maria, che ora vuole sposare per procura. Ma uno scandalo coinvolge la ragazza: sua sorella Lisetta è infatti rimasta incinta di un uomo che l'ha abbandonata. Lo scandalo, per una serie di equivoci e di imprevisti, finirà per ritorcersi su Maria, che di conseguenza verrà scaricata da Stefano. Soltanto 12 anni dopo la verità verrà a galla.
Il tris di artisti al centro di questo lavoro è quello campione del melodramma all'italiana: Raffaello Matarazzo dietro la macchina da presa e davanti Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson; Chi è senza peccato... sfodera insomma il meglio del repertorio per una pellicola dalle ambizioni precise e, naturalmente, realizzate entro gli standard e i limiti da esse stesse imposti. Un film commovente a oltranza, dalla drammatizzazione in effetti eccessiva, ma che si pone come obiettivo quello di suscitare nella maniera più semplice emozioni forti nel pubblico e, come tale, sicuramente funziona; ciò ovviamente comporta anche che, per qualsiasi spettatore che non si senta particolarmente coinvolto dal cinema fotoromanzesco di Matarazzo, Chi è senza peccato... possa risultare noiosetto e misero nei contenuti. La sceneggiatura di Aldo De Benedetti prende piede da un romanzo di Alphonse de Lamartine; la Titanus di Goffredo Lombardo produce con la massima tranquillità, rinnovando la fiducia al regista forte dei successi al botteghino delle precedenti due opere, Tormento (1950) e I figli di nessuno (1951), nelle quali era in scena la medesima coppia di protagonisti. Rispetto ad altri film di simile stampo, qui c'è quantomeno un evidente lieto fine, per quanto arrivi - come è fisiologico per il genere - dopo inenarrabili sciagure e imprevisti negativi; riscontrando pareri meno positivi del solito, Matarazzo per il successivo Vortice (1953) cambierà attori di riferimento (lì saranno Girotti e la Pampanini) pur rimanendo nel filone strappalacrime. 3/10.
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