Regia di Renato De Maria vedi scheda film
A Milano, l'apocalisse esistenziale del dottor Carlo Ruggeri (Sergio Castellitto), contabile. Licenziato, sfrattato, ri-sfrattato dal residence del comune, abbandonato dalla moglie, derubato, ridotto alla carità sui marciapiedi ed infine vittima di un incendio. Con un finale anodino che lascia presagire la rinascita.
Il varesino De Maria racconta con mano calibrata una storia parossistica, eludendo la trappola del pietismo sentimentaloide e realizzando un'opera di grande autenticità sulla possibile deriva della disoccupazione, perfettamente al passo con i tempi. Non a caso qualcosa del genere l'avevamo già vista in Cuori al verde, di Piccioni, ma lì i toni erano quelli della commedia, mentre la klimax apocalittica del protagonista ricorda quella dell'Argent di Bresson, col suo ritmo da bolero sempre più in crescendo che traspare dagli occhi sgomenti del protagonista. Qui Castellitto supera sé stesso e dopo una prova tanto maiuscola si iscrive di diritto nel gotha dei grandi attori del cinema italiano, candidandosi a rinverdire i fasti di Gassman e Mastroianni. Da ricordare il commento sonoro sobrio e adeguato degli Avion Travel. Il montaggio è di Mirco Garrone.
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