Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
"Nitrato d'argento", il film testamento di Marco Ferreri, non è tanto un film sul cinema quanto un film sugli spettatori e sulle sale, ovvero un sogno-memoria di ciò che non era già più nel 1996 (anno in cui fu realizzata la pellicola) e che col passar del tempo si è ulteriormente e "drammaticamente" deteriorato. Il film di Ferreri (che ha avuto meno fortuna da parte del pubblico di quanto avrebbe meritato, si propone fino dal titolo come un vero e proprio atto d'amore nei confronti della settima arte nel periodo in cui era ll'apice del suo splendore (anche come gradimento popolare) quando nelle sale insomma a differenza di quanto accade adesso, si consumavano amori, incontri, seduzioni, dormite, abbuffate... insomma quell'"età dell'oro" in cui il cinema (o meglio le sale che lo ospitavano sempre gremite fino all'inverosimile) erano a tutti gli effetti la "casa" dove si poteva fare tutto ciò che non si poteva fare per la strada (o in qualunque altro luogo pubblico)... persino sognare! (e ti par poco?) E il cinema in quest'ultima straordinaria prova del regista che precede di poco la sua dipartita, sprigiona davvero tutta la potenza di un immaginario collettivo capace di dettare mode, linguaggi e nuove religioni: sull'altere (le immagini e lo schermo) dell'immaginazione e del sogno collettivo e condiviso e dove le grandiose stelle di quel firmamento immaginario (i divi e le dive del momento) erano una specie di Dio pagano da venerare comunque e sempre.... Un periodo talmente mitico nel quale... dal cinema (e nel cinema) si imparava persino a baciarsi(ed eravano così bravi a "pomiciare"!)...
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