Regia di Joko Anwar vedi scheda film
20 FEFF UDINE
Ad inizi anni '80, una cantante da giovane assai nota ed apprezzata, si trova a letto immobilizzata, messa a freno da una terribile malattia terminale che la costringe a letto a consumarsi nemmno troppo lentamente. Al suo cospetto una famiglia amorevole ed ormai in stato di quasi indigenza, posto che nemmeno più i diritti dei dischi venduti ormai riescono a costituire un reddito sufficiente.
La accudisce un marito, l'anziana madre, q quattro figli di età differenti, dalla più grande ormai quasi maggiorenne, al bimbo più piccolo. sordomuto.
Quando le condizioni della cantante peggiorano in modo irreversibile, i figli cominciano ad avvertire strani fenomeni terrorizzanti tra le pareti di una casa che li ha visti nascere, ma che si presenta lugubre e tenebrosa, avvolta da ombre cupe e sin troppo adiacente ad un cimitero i cui morti non paiono riposare granché in santa pace.
La morte della madre sarà l'inizio di un vero e proprio incubo, e di morti violente che faranno seguito, del manifestarsi di soiriti ed anime di gente non più in vità.
Anche i propositi del padre di vendere la casa e trasferirsi col magro incasso in città, viene ostacolato in ogni modo da quella presenza malvgia che appare chiaramenter come il fantasma della madre, decisamente non deceuta in pace.
Il celebre (almeno in pagtria) regista indonesiano Joko Anwar (Forbidden door (2009), Modus Anomali (2012), A copy of my mind (2015), dirige un horror che è un remake di un film omonimo indonesiano del 1982, e segna il ritorno per quella nazione ad un cinema di genere che da anni veniva tralasciato per mancanza di incassi al box office. Risultato: il film è stato il maggior incasso in patri nel 2017.
Ispirato, per situazioni e personaggi, dal celebre Phantasm del 1979 di Don Coscarelli, il film di Anwar punta molto sulle atmosfere cupi: sugli scampanellii (strumento utilizzato dalla madre malata per richiamare l'attenzione dei suoi, e oggetto che torna inquietantemente a farsi sentire anche a seguito della dipartita della cantante), sulla presenza di esseri impalpabili, sull'arredamento antico e trascurato, ammuffito e liso di una casa davvero da incubo, nel cortile della quale si erge un pozzo utilizzato per il consumo dell'acqua: un buco nero dal quale la famiglia trae un acqua ancor più scura e davvero inquietante, e dove troverà la fine un personaggio determinante della nostra famiglia; non contenti, ai fantasmi si uniscono i morti viventi, ed il cimitero adiacente alla tenebrosa magione, darà asilo ad una resurrezione di non morti da manuale.
Nulla di imprevedibile, dato che tutto fila con le cadenze e le ingenuità "da manuale horror per vivere poco e morire in fretta" che muovono e caratterizzano le reazioni degli sprovveduti protagonisti, attorno ai quali è costruita tuttavia una storia che, con una sana dose di ironia, si avvia al solito epilogo, ma con qualche piccola interessante sorpresa.
E pazienza dunque se la storia non convince appieno, se invece riescono a farlo piuttosto le atmosfere, la scenografia, i contorni riusciti, ed una protagonista che muore presto, ma ritorna ogni volta inquietante più di quando agonizzava davanti allo sguardo terrorizzato dei due ragazzi più giovani.
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