Regia di Ludovic Bernard vedi scheda film
Ottimo film, anche se non originale. Storia intensa, bella e commovente
Mathieu è un giovane che vive nella banlieue parigina, arrabattandosi alla men peggio con lavoretti di poco conto e con qualche furtarello, messo a segno insieme a due suoi amici, non ha più il padre, ma solo una mamma apprensiva e un fratellino scavezzacollo. Un giorno nella confusione di una stazione ferroviaria, inizia a suonare con straordinaria maestria, un pianoforte a disposizione del pubblico, nell’indifferenza della gente e suscitando perfino una rabbiosa reazione della polizia, motivata a catturarlo, probabilmente per altre ragioni. Un furto in un appartamento andato a male, lo porta direttamente in prigione. Ma c’è una persona, che durante la sua occasionale esibizione, è rimasta estasiata dai suoi virtuosismi, Pierre, Il direttore del conservatorio, che intuendo il grandissimo talento e potenziale del ragazzo, gli propone uno scambio che lui non può rifiutare: tramutare la galera in servizi sociali da conferire presso il suo conservatorio,ma in sostanza il vero scopo, è prepararlo a un concorso nazionale di pianoforte.Così sotto la guida dell’intransigente “Contessa” che pur riconoscendone la naturale vocazione e le doti,lo considera indisciplinato, inaffidabile e ostico ad un apprendimento delle basi, all’inizio non sa nemmeno leggere uno spartito, incapace dunque di acquisire una maturità artistica. Mathieu tra uno sbuffo e qualche moto di stizza, comunque studia e si esercita, malgrado le sue discutibili frequentazioni e le sue sortite delinquenziali, non è un criminale, ma solo uno sbandato alla ricerca della propria identità, ma soprattutto un ragazzo dotato di un talento eccezionale per il pianoforte, quasi spontaneo, anche se poi veniamo a scoprire che da bambino ha avuto come maestro un affettuoso vicino di casa, che aveva subito colto in lui i segni della genialità artistica. Mathieu si affaccia e affronta un mondo del tutto nuovo, rispetto al suo background culturale e sociale, ma tuttavia in virtù di una rara predisposizione alla musica, grazie alla fiducia riposta in lui dal suo mentore Pierre e nonostante lo scetticismo dei dirigenti benpensanti dell’istituto e perfino della sua insegnante, dopo questo tormentato lavoro, approderà al concorso, cogliendo l’occasione di dare una svolta alla sua vita. Superando i pregiudizi di un pubblico poco propenso a credere alle sue qualità trionferà, concludendo l’esibizione con una magnifica standing-ovation, dando soddisfazione a se stesso in primis, poi alla madre, a Pierre che ha sempre creduto in lui e alla sua neo-fidanzatina. Storia dunque di un’emancipazione, che partendo dal basso, consente di raggiungere un obbiettivo alto, prestigioso e gratificante. Il cinema francese degli ultimi anni ha spesso raccontato di queste storie, di coloro che attraverso lo studio e l’impegno, o per una particolare vocazione, sono riusciti ad uscire dal ghetto sociale delle multietniche periferie che circondano Parigi, affrancandosi da un destino di delinquenza ed emarginazione, che sembrava già scritto. Film non originale, ma tuttavia intriso di un forte pathos, toccante e a tratti vibrante e commovente, ben girato e interpretato.
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