Regia di Ludovic Bernard vedi scheda film
Festa del cinema di Roma – Alice nella città.
Per far sì che un talento naturale sia espresso al massimo del suo potenziale, occorrono una serie di passaggi che contemplano l’intervento del caso, d’altronde, per esempio, se fosse obbligatorio giocare a tennis in tutto il mondo, molto probabilmente Roger Federer avrebbe trovato sulla sua strada chissà quanti avversari con una volée migliore della sua.
Quindi, una predisposizione rara a eccellere in un’attività o disciplina che sia, deve essere esibita dal diretto interessato, scovata da un pigmalione, sgrezzata da un maestro e infine indirizzata verso le più importanti platee per conquistare il riscontro finale.
Insomma, la strada da fare è lunga e traboccante di scampoli da raccontare, così che, in Nelle tue mani, Ludovic Bernard piazza singole scene di grande effetto per poi scivolare sull’aggregazione di tutto l’apparato.
Essendo cresciuto in un quartiere degradato, Mathieu Malinski (Jules Benchetrit) non ha mai avuto l’opportunità di coltivare la sua passione per il pianoforte, almeno non come il talento che possiede richiederebbe.
Improvvisamente, ha la grande occasione quando, dopo essere stato arrestato per un furto, il responsabile del Conservatorio Pierre Geithner (Lambert Wilson) gli offre di scontare la pena facendo un lavoro socialmente utile, una scusa per osservare da vicino il giovane, dal quale era stato colpito casualmente per le sue doti naturali di pianista.
Nonostante ciò, servirà molto lavoro per trasformare Mathieu in un musicista completo e stare alle regole di un insegnante severa (Kristin Scott Thomas) sarà tutt’altro che semplice, ma all’orizzonte si palesa un importante concorso che richiede di stringere i tempi e l’affetto di Anna (Karidja Touré) potrebbe agevolare la maturazione.
Nelle tue mani ha una struttura abusata, scende in un campo dove - con tutti i distinguo del caso – c’è ressa e non riesce a smarcarsi più di tanto dalla massa. Dunque, ecco il ragazzo sbandato e indisciplinato ma pronto per sbocciare, accompagnato da un uomo che deve riconquistare la fiducia perduta e da un’insegnante acidula, con la musica a fare da leitmotiv.
Quest’ultima prende per mano il film e il fatto che si parli di classica ne amplifica la portata (qualcosa di non troppo dissimile si era visto di recente in La mélodie), infondendo una naturale grazia così come un vigore trascinante.
Questo valore perdurante innerva tutto il meccanismo, che funziona più che egregiamente fino a quando non s’intestardisce ad accavallare un fattore sull’altro, una dinamica che diventa addirittura schizofrenica nell’ultima fase, durante la quale non manca niente (una malattia, un incidente, una separazione e repentini cambi d’idea) e quasi ogni cosa viene risolta con una superficialità imbarazzante.
Inevitabilmente, si parla di uno scadimento, che comunque non intacca la buona prova del cast. Dopo aver esordito in Il condominio dei cuori infranti, Jules Benchetrit mette sul piatto una determinazione ribelle, Lambert Wilson è piacevole già solo per il timbro della voce e Kristin Scott Thomas è particolarmente divertita, mentre Karidja Touré (Diamante nero) emana sorrisi radiosi e luce dagli occhi.
A conti fatti, Nelle tue mani possiede dei valori ma è caotico, alterne sequenze ottime (vedi un inseguimento iniziale à la Trainspotting) ad aggiunte superflue (fa sempre piacere ascoltare Where is my mind dei Pixies, pure raddoppiata con un accenno strumentale, meglio se inserita con criterio) e controproducenti, accelera in modo inconsulto verso la fine, tenendo a ogni modo un profilo rasserenante e un messaggio che può fare solo piacere: l’arte appartiene a tutti.
Coinvolgente e disordinato, pimpante e indulgente
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