Siamo nel 1939: per l'imminente arrivo del Duce, l'orchestra di un piccolo paese toscano cerca l'armonia sulle note della "Gazza ladra" di Rossini. I velenosi abitanti, invece, qualcosa di cui sparlare, aiutati da un cane che, in una notte buia e tempestosa, raccatta un feto in decomposizione. Di chi sarà mai la disgraziata creatura?
Note
Discreto attore di cinema e di teatro, Ugo Chiti esordisce nella regia con una commedia che si vorrebbe aspra, ma che risulta acidula, tinta di giallo, ma solo scolorita, "d'attore", ma di maniera. Cinema classista? No: cinema vecchio, scaduto e generoso esclusivamente con l'estetica televisiva aggiornata ai pruriti del tempo.
Il vento della calunnia soffia nelle umide vie di una toscana rurale, con "cencio che dice male di straccio" e nessuno che si fa gli affari propri. Tante ipotesi, un solo risultato: una grande (divertente) bischerata.
Questa storia di provincia, ambientata nell'epoca fascista, non è niente d'eccezionale, ma offre qualche momento di sapido divertimento, nobilitato dal fatto di non essere volgare.
Chiti gioca in casa ed imbastisce una commedia sul chiacchiericcio e sulle bécere usanze paesane nella sua toscana, dipingendo un ritratto di vizi e malcostumi delle piccole (e non solo) comunità, fatte di invidie, calunnie ed ignoranza. Il regista crea un torbido mistero attorno al quale costruisce un castello di pittoresche ipotesi che sconvolgerà la vita del nebbioso… leggi tutto
VOTO : 5/6. Ne bello ne brutto, semmai abbastanza anonimo. La pecca più evidente è una messa in scena che sa fin troppo di televisivo, poi una storia che ha delle buone carte a sua disposizione, ma sembra non volersele giocare fino in fondo. Così si lascia guardare, ma manca lo spunto e le cose interessanti galleggiano in un contesto non del tutto riuscito. leggi tutto
Chiti gioca in casa ed imbastisce una commedia sul chiacchiericcio e sulle bécere usanze paesane nella sua toscana, dipingendo un ritratto di vizi e malcostumi delle piccole (e non solo) comunità, fatte di invidie, calunnie ed ignoranza. Il regista crea un torbido mistero attorno al quale costruisce un castello di pittoresche ipotesi che sconvolgerà la vita del nebbioso…
VOTO : 5/6. Ne bello ne brutto, semmai abbastanza anonimo. La pecca più evidente è una messa in scena che sa fin troppo di televisivo, poi una storia che ha delle buone carte a sua disposizione, ma sembra non volersele giocare fino in fondo. Così si lascia guardare, ma manca lo spunto e le cose interessanti galleggiano in un contesto non del tutto riuscito.
Non-luogo d'incontro ideale per anime in viaggio, nascondiglio perfetto per fuggiaschi cronici (o occasionali), scenario di traffici oscuri, luogo d'elezione per incontri illeciti. Dall'Overlook al Bates Motel, dal…
L'esordio dietro la macchina da presa di Ugo Chiti,sceneggiatore di fiducia di molto cinema brillante italiano degli anni Ottanta e Novanta,avviene con la trasposizione sullo schermo della sua commedia "Allegretto non troppo",e pur tra qualche movimento elegante di regia,e una discreta conduzione degli attori,non si puo'dire che "Albergo Roma " sia da considerarsi un'opera prima riuscita.Risente…
Muccino è il sommo poeta di quest'arte. Quella di raccontare, filmare, comunicare con veemente isteria. Che tanta foga sia solo un espediente per distogliere lo spettatore dall' assoluta vacuità che c'è sotto.
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Commenti (2) vedi tutti
Il vento della calunnia soffia nelle umide vie di una toscana rurale, con "cencio che dice male di straccio" e nessuno che si fa gli affari propri. Tante ipotesi, un solo risultato: una grande (divertente) bischerata.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria RiccardelliQuesta storia di provincia, ambientata nell'epoca fascista, non è niente d'eccezionale, ma offre qualche momento di sapido divertimento, nobilitato dal fatto di non essere volgare.
commento di sasso67