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Filmage: The Story of Descendents/All

Regia di Deedle Lacour, Matt Riggle vedi scheda film

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La recensione su Filmage: The Story of Descendents/All

di mm40
6 stelle

La storia ultratrentennale di una delle band seminali della storia del punk rock, i Descendents, e del parallelo progetto degli ALL, raccontata attraverso le parole dei protagonisti e di alcuni celebri fans fra i quali Dave Grohl (Foo Fighters) e Fat Mike (NoFX).

 

Siamo alla fine degli anni Settanta e in una cittadina californiana nella quale l’unico passatempo è la pesca, il quindicenne Bill Stevenson decide di formare una band per emulare le gesta dei primi gruppi punk contemporanei, rifacendosi soprattutto ai (semisconosciuti) The last. Nel giro di qualche mese trova una batteria, un amico che suona la chitarra (Frank Navetta, morto nel 2008 e a cui questo film è dedicato) e un bassista ‘insospettabile’ in un 34enne un po’ fuori dagli schemi, Tony Lombardo. Al trio presto si aggiungerà la voce di Milo Aukerman e l’amalgama sarà pronto: nascono ufficialmente i Descendents e il loro misto di rabbia adolescenziale, tematiche assurde, violenza verbale e chitarre sferraglianti conquista da subito schiere di fans. In questo documentario omaggiano la band anche artisti del calibro di Joey Cape (Lagwagon), Mark Hoppus (Blink 182), Dave Grohl (Nirvana e Foo Fighters) e Fat Mike (NoFX). Ma a raccontare in prima persona la storia dei Descendents e della loro ‘seconda anima’ chiamata ALL sono gli stessi protagonisti, Stevenson e Aukerman in primis, essendo gli unici due membri tuttora in formazione, nonché i due principali autori di teste e musiche. Filmage ripercorre 35 anni di storia musicale durante la quale si sono avvicendati musicisti, dischi più o meno riusciti, etichette, periodi di stasi o addirittura di scioglimento, relative reunions, tour mondiali e concerti con poche decine di presenti, ma con un’unica costante: l’autoironia dei musicisti in questione, noti essenzialmente – oltre che per le canzoni – per l’atteggiamento schivo nei confronti della celebrità e per una chiara tendenza a non voler comparire in prima pagina, a preferire una posizione defilata nella scena punk rock. Aukerman in particolare è il Buddy Holly del punk: occhialoni da nerd e movenze tutt’altro che studiate, come l’autore di That’ll be the day e Words of love, ma anche una passione per la scienza che lo ha portato, caso più unico che raro, a mollare più volte gli impegni artistici per dedicarsi al laboratorio e alla relativa carriera. Con tante e tali particolarità, i Descendents (e gli ALL) hanno fatto breccia in milioni di fans attorno al pianeta nell’arco di oltre tre decenni di attività: il documentario di Deedle LaCour e Matt Riggle (quest’ultimo accreditato anche come autore della sceneggiatura) è l’ennesimo tributo alla band, ma effettivamente il primo di questo stampo, con un buon budget e una confezione adeguatamente apprezzabile. 6/10.

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