Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Ottimo lavoro di Boyle,"l'inferno dell'eroina"
Un ventenne di Edimburgo, Mark Renton ha scelto la strada della tossicodipendenza, quella più maledetta,la più letale,quella che abbrutisce più delle altre,quella che riduce l'uomo a una larva umana,quella da ''eroina "con la voce fuori campo, racconta la sua vita. Ha degli amici con i quali rubare, oziare, bere birra e bucarsi le vene:sono Sick Boy,ossessionato da Sean Connery,Begbie, delinquente abituale,imprevedibilmente violento , Tommy, onesto e sincero, l'unico che si sforza di star fuori dal giro dell'eroina e Spud,il più fidato e sincero. Tra tentativi di disintossicazione, ricadute, crisi,rapine, carcere e morti premature, il regista mostra tutte le nefandezze che caratterizzano quel mondo di perdizione, fino al finale relativamente ottimista, Mark forse si salverà.Quello che rende questo film particolare, non è il tema, che è abbastanza aduso nella cinematografia , bensì il modo in cui lo si racconta, assolutamente originale,un raffinato esercizio di stile, un lavoro ambizioso,di rottura degli schemi, fatto per inorridire i benpensanti e per accontentare i gusti degli anticonformisti. Eppure,al di là del campionario di atrocità e brutture varie,fatto di sangue, sporcizia e feci, siringhe e corpi in disfacimento,incubi , deliri angoscianti e ossessivi,con un neonato spettrale, che sbuca da tutte le parti con il suo carico di morte e di senso di colpa,veramente ben confezionato,che colora a tinte forti questo lavoro, Boyle riesce a consegnare agli spettatori,anche un monito e una lezione di vita. Tratto dal romanzo omonimo di Irvine Welsh, ampiamente snellito delle sue componenti più politiche, è stato pluripremiato forse in modo esagerato, ma il film nel suo genere è riuscito e il senso di vertigine onirico-farneticante che ,accompagna lo spettatore, amplifica l'effetto allucinatorio, che è l'obbiettivo principale di un lavoro,utile a comprendere la degenerazione cui va incontro, chi si perde in questo inferno.
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