Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Un film che viaggia sui binari del grottesco a tutta birra,alternando momenti ilari e passaggi tragici,con una notevole spinta propulsiva di crudo sarcasmo.Infatti,"Trainspotting",cosi'com'e',sarebbe stato impossibile da realizzare senza quell'humour nero che è tipico di un britannico DOC.Punteggiato da una colonna sonora che altalena tra il brit pop e la musica piu'da discoteca,il film ha piu'di un riferimento ad "Arancia meccanica",rprendendone alcune trovate scenografiche,e al quale si ricollega nella constatazone finale che il protagonista è perfettamente integrabile nella societa'borghese che inizialmente disprezza.Qualche cedimento nell'intermezzo in cui Renton(McGregor) prova a fare l'agente immobiliare,forse un po'pretestuoso nel contesto,ma la regia è di grande inventiva,il ritmo è coinvolgente,e il cast sa di vero.Ambiguo,"Trainspotting"?No,tutto sommato piu'onesto di "Cristiana F.",incline a un patetismo che per niente sapeva rendere la tragedia della tossicodipendenza,anzi mostrando una fastidiosa morbosita',nell'ammettere che un drogato è piu'che altro una persona debole,alla quale è la difficolta'di affrontare la vita a fornire il coraggio scellerato di regalarsi qualche momento di Eden artificioso,e una vita di buia disperazione.
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