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Come un gatto in tangenziale

Regia di Riccardo Milani vedi scheda film

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Thrombeldimbar

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La recensione su Come un gatto in tangenziale

di Thrombeldimbar
2 stelle

 

  In primis è necessario analizzare i due protagonisti principali: da una parte c'è lui, Giovanni, il patrizio, o il borghese arricchito. Dall'altra lei, Monica, la burina plebea e coatta. In secundis tutti i personaggi secondari che vanno a comporre l'intera storia. Subito dopo, ovviamente invece, c'è da tirare le somme, con un giudizio valido che decreti tutto il valore del film. Ovvero la plausibilità oggettiva che divide l'alta qualità dell'opera tutta dalla spazzatura più sporca..

 

Trama: (parziale) Giovanni fa di mestiere il "Think Tanker", da non confondersi con il "tik toker" acciderbolina! Cioè una sorta di ricercatore che studia, per conto del Parlamento Europeo, le drammatiche situazioni delle zone periferiche dei grandi agglomerati urbani. Degrado, alto tasso di disoccupazione accompagnati da minoranze multietniche di ogni tipo maleintegrate con la popolazione locale. Oramai sono diventate a tutti gli effetti realtà concrete in ogni parte del mondo. Giovanni è anche un fervido sostenitore del grande potenziale culturale ed "univoco" che queste minoranze possano donare alla comunità globale.. Tutto molto bello, peccato che di ritorno da Bruxelles per lavoro, scopre che sua figlia tredicenne si è fidanzata con un ragazzo della periferia di Bastogi. Una delle peggiori di tutta Roma. Giovanni è stupito e preoccupato, così non ci pensa due volte a seguire in auto la figlia, salita sul bus insieme al tamarro fidanzatino Alessio per dirigersi nel losco quartiere. Interessante da notare l'intelligente ironia che evidenzia il comportamento contraddittorio dell'uomo moderno, che in questo dramma verificatosi, va a squotere i sensi del premuroso padre protagonista.. "fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare".. Una delle pochissime buone riflessioni per una commedia intelligente che Riccardo Milani sa mettere in risalto con maestria. Il film sotto l'aspetto tecnico non aggiunge niente di nuovo alle odierne produzioni. Fotografia patinata, risoluzione alta delle immagini che nasconde completamente le brutture di una sempre più degradata Roma a livello urbanistico. Il comparto tecnico è ottimo, ma privo di un proprio motivo originale, quindi niente di particolarmente rilevante.. In definitiva solito standard qualitativo dei film moderni che godono di un cospicuo budget di realizzazione. Monica è la madre di Alessio, che fra le molte difficoltà tira avanti la baracca da sola lavorando in un ospizio. Ci sono da mantenere oltre il figlio, anche due sorellastre obese con la mania dello shopping "compulsivo". Il marito è in galera, perché qualche anno fa accoltellò con le forbici del "mestiere" un tizio che non gli andava a genio.. Così le le due diverse personalità di Giovanni e Monica si scontrano accidentalmente inseguendo i rispettivi figli. Lei infatti è preoccupatissima, perché Alessio se la spassa con una ragazzetta carina e dalle buone abitudini da ben una settimana.. Nulla può fermarla dall'accertarsi che il figlio non si cacci nei guai.. Neanche un automobilista incapace come Giovanni. I due genitori si stringono la mano a casa di Monica e così inizia una frequentazione forzata, causata dal fidanzamento dei rispettivi figli, che in futuro si rivelerà, forse, qualcosa di più.. Fra una scenetta teatrale di avanspettacolo di dubbio gusto e l'altra, il film denota già da subito una banalità situazionale degli eventi più che evidente, accompagnata da forzature per nulla credibili che vanno a rafforsare la verve comica. Antonio Albanese meglio interpreta il personaggio di Giovanni al contrario della controparte femminile della bella Cortellesi, dove lascia intendere una recitazione più costruita. Ma si fatica veramente molto dal trattenere un sorrisetto ironico che esprime una certa disapprovazione divertita. Il punto più basso lo si raggiunge con i due teenager (Simone De Bianchi, Agnese Maselli). Sia per quanto riguarda le prestazioni attoriali che per la credibilità, esempio il fatto di essere vissuti in un ambiente familiare socioculturale agli antipodi. Nei magneti polo negativo e polo positivo si respingono. Lei frequenta un club prestigioso di equitazione con coetanee probabilmente snob. Lui ovviamente gli amici di periferia. Claudio Amendola (nel ruolo del marito di Monica), entra in scena tardi e male dimostrando, in determinate vicende verificatesi, di non essere così pericoloso come viene descritto dalla moglie.. L'ex di Giovanni (Sonia Bergamasco) invece vive costantemente all'interno di una bolla di materia fantastica alla "Alice nel Paese delle Meraviglie" per nulla credibile. Conclude il film un finale emozionale in una sbrigativa analisi, ma che nella realtà dei fatti è basato su un messaggio del tutto politically correct buonario e distorto che, se interpretato all'inverso saprebbe rilevare la "verità corretta". Quella che molto probabilmente ci troviamo proprio in una condizione unica di "magna magna" generale.. 

 

2-1/10

 

 

 

 

 

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