Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Giovanni è ricco, colto e sofisticato; Monica ignorante, povera e burina. Si conoscono e si scontrano quando scoprono che il figlio adolescente di lei se la intende con la figlia di lui. Pur non potendosi soffrire si ritrovano a frequentarsi spesso, imparando a sopportarsi l'un l'altro e infine innamorandosi.
Cioè dura poco. Come un gatto in tangenziale. Wow. Ecco, già dal titolo si intuisce esattamente tutto ciò che serve sapere del film: una trama a voler essere gentili banale, una serie di gag stantie, un lieto fine garantito, quanto bolso e insensato. L'accoppiata formata da Paola Cortellesi e Antonio Albanese aveva ottenuto discreti risultati al botteghino l'anno precedente con Mamma o papà?; Riccardo Milani, marito della protagonista, ci riprova quindi con questo prodottino originale (Mamma o papà? era un remake) scritto da Milani, dalla Cortellesi, da Furio Andreotti e da Giulia Calenda. Eppure qualcosa va storto: similmente al titolo precedente, Come un gatto in tangenziale prova a mettere la famiglia e più in generale la società odierna sotto una luce scherzosa, virando apertamente verso il buonismo paratelevisivo ma con ritmi, dialoghi, recitazione e una confezione assolutamente cinematografici (fotografia: Saverio Guarna; musiche: Andrea Guerra). In questo caso però la storia pecca di grossolane ingenuità, raccontando un già visto e già vissuto ormai chiaramente sorpassato; non basta a risollevarla l'ottima intesa fra i due interpreti centrali, ai quali si sono affiancati sul set, fra gli altri, Sonia Bergamasco, Luca Angeletti, Claudio Amendola in un buffo cameo e Franca Leosini nella parte di sè stessa, anch'ella in un cameo. A conti fatti meglio in ogni caso un Milani poco ispirato al cinema che un Milani regista su commissione di fiction tv. 2,5/10.
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