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Come un gatto in tangenziale

Regia di Riccardo Milani vedi scheda film

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La recensione su Come un gatto in tangenziale

di LAMPUR
4 stelle

 

Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Simone De Bianchi, Alice Maselli

Come un gatto in tangenziale (2017): Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Simone De Bianchi, Alice Maselli

 

 

Ammettiamolo, di buono c’è il tormentone del titolo, ed il tentativo stantìo di affrancare per innovativo un cinema di “contaminazione” che, dopo Il lupo e l’agnello con Thomas Milian, arriverà sempre, irrimediabilmente, dopo.

Di ricchi e poveri che incrociano le loro strade è ormai pieno il mondo, figuratevi quello cinematografico.

Albanese e la Cortellesi, indiscussi protagonisti, la svangano con mestiere, più lei che lui a dir la verità, ché Albanese ormai non schioda da un suo cliché di omino integerrimo, tirato sempre per i capelli (ad averceli) in situazioni limite.

In questo film fa il filogovernativo che dovrebbe/vorrebbe occuparsi, in sede europea, del coinvolgimento sociale di periferie e aree degradate, ma poi non sa neanche (da romano residente) cosa è Bastogi: una delle peggiori realtà periferiche capitoline.

Va in giro coi suoi colleghini, tutti con lo zainetto stile cinquestelle, a blaterare teorie sul coinvolgimento delle zone disagiate nel tessuto metropolitano, cercando di spillare soldi per ulteriori “think tank” (bidoni della ponderatezza)

Lei è la tipica coatta suburbica, ma dal cuore onesto.

Infatti l’esordio con la mazza da baseball sarà l’unica nota stonata, ma serviva cinematograficamente a sottolineare le differenze.. (ci prendono sempre per amebe ‘sti sceneggiatori).

L'infatuazione dei rispettivi figli, banali quanto innocui, incrocerà le loro strade (e pure i quartieri).

Un film che si esalta sugli eccessi del resto: le sorelline che rubano compulsivamente de tutto, l’ex moglie francesizzata che coltiva lavanda, due chilometri e mezzo a piedi per arrivare alla spiaggia libera di Capalbio, le sparolacciate superflue al pranzo di “famiglia” con Amendola che thomasmilianeggia invano, l’intellighenzia stile La grande bellezza… tutta roba che occhieggia e orecchieggia un inevitabile dejà vu virando sull’altrettanto inevitabile piega mielosa, che vedrà coinvolti i due strambi protagonisti.

 

Un film compatibilissimo con le tempistiche metaforeggiate dal titolo.

 

 

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