Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Giovanni (Albanese) lavora in un think tank che ha come obiettivo il rilancio delle periferie italiane, abita al centro di Roma in una casa extra-lusso con sua figlia (Alice Maselli: dieci anni di lavori forzati in Siberia a chi ha fatto il casting), una tredicenne viziatissima che lo usa come un bancomat e gioca a polo. La pupa si è appena trovata un fidanzatino (De Bianchi) che risiede a Bastogi, enclave tra le più degradate della capitale. Il ragazzino vive con la madre Monica (Cortellesi) - una donna onesta che lavora in una mensa per anziani - e con due zie gemelle che rubano compulsivamente, mentre suo padre (Amendola) è in vacanza a Rebibbia. Tanto Giovanni quanto Monica non vogliono quella relazione tra i loro ragazzi che per la donna può durare "come un gatto in tangenziale" e fanno di tutto per ostacolarla: i loro mondi sono incompatibili. O almeno così sembrano.
Dopo il successo al botteghino di Mamma o papà?, Riccardo Milani imbastisce un nuovo copione per la coppia Albanese e Cortellesi (sua compagna nella vita), giocato ancora una volta su una dialettica antagonista. Abbondano gli stereotipi sulla borghesia d'alto bordo snob e piena di sussiego e sul proletariato ruspante e abituato all'arte d'arrangiarsi, ma non manca più di un momento divertente. A lasciare perplessi è la morale del film, che nel suo cerchiobottismo dà ragione allo sfogo di Giovanni durante un invito a pranzo: è l'indolenza di questi poveracci, uniformemente rifugiati nell'alibi che "tanto è tutto un magna-magna", a rendere tanto penosa la loro condizione. E infatti Monica riuscirà ad aprire un'attività propria grazie a una dritta di Giovanni sui fondi europei.
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