Regia di Sergio Sollima vedi scheda film
Poliziesco italiano di buon mestiere diretto da un Sollima sempre all'altezza e intepretato da due protagonisti in ottima vena.Se Oliver Reed,pur appesantito ha nello sguardo il pezzo forte del suo repertorio(valorizzato da molti intensi primi piani),impossibile non citare Fabio Testi,pur non all'altezza dell'altro ,bello come il sole e che un po'fa il verso al bel tenebroso per eccellenza Alain Delon.Il film è una mescolanza di generi:inizia come un poliziesco continua come un road movie finisce come un noir .In più si introduce neanche troppo velatamente una tematica politica,contro i soliti poteri forti e oscuri che tutto regolano dall'alto della stanza dei bottoni occupata dal politico di turno.I due proagonisti sono solo le ultime rotelle di un ingranaggio troppo più grande di loro.L'ambizione di creare una via italiana al noir è palpabile ma proibabilmente questo film non ha la statura drammaturgica di altri film del genere come Milano calibro 9,La mala ordina o altri ancora.E'comunque ancora l'epoca dell'alba del poliziottesco mentre per certi versi soprattutto nella parte finale prettamente politica ci si avvicina a certe opere di Damiani.Comunque alto artigianato cinematografico capace di conferire dignità a un genere catalogato sempre come serie B.Alcuni personaggi non sono messi a fuoco(come il personaggio caricaturale della rockstar figlia del suo tempo,gli anni 70 più liberi e sfrenati),anche il discorso politico alla fine sfiora il didascalismo(del resto il discorso politico per Sollima era di primaria importanza,basti pensare ai suoi western sessantottini).Resta però la sensazione di un film non banale e con una scena finale che svicola decisamente dai luoghi comuni del'happy end.Una delle scene migliori del film.
regia di buon mestiere
non male
funziona nel ruolo del rapinatore
parte secondaria
si vede poco ma è veraente una bellezza
ok
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