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Michelangelo - Infinito

Regia di Emanuele Imbucci vedi scheda film

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La recensione su Michelangelo - Infinito

di alan smithee
7 stelle

L'arte che tende alla perfezione più armoniosa e compiuta, è talvolta in grado di generare,  ad uno sguardo incauto e improvviso, quasi un disagio emozionale, da parte del singolo spettatore, quasi sempre poco avvezzo ad affrontare una simile concentrazione di perfezione.

Senza arrivare a fenomeni patologici di malessere come quelli provocati dalla cosiddetta "sindrome di Stendhal", è pur plausibile che l'opera di maestri come Caravaggio o Michelangelo riesca a provocare almeno sensazioni di estatico disorientamento.

Inducendo altresì a pensare che le opere perfette che costoro ci hanno lasciato, abbiano qualcosa che va oltre le capacità umane anche più ardite ed inarrivabili.

E, da un altro punto di vista, una rappresentazione così perfetta e superiore di esseri viventi, attesta come l'imperfezione umana possa legittimamente tendere essa stessa ad una sorta di armonia eterna che si avvicina ad un concetto di immortalità altrimenti impossibile a concepirsi.

Misteri questi, in cui è bello e piacevole perdersi, farsi travolgere, vivendo attimi di intenso rapimento emotivo che la sensazione di onnipotenza di tali opere quasi sempre sprigiona, almeno tra le personalità più sensibili ed avvezze a tali sentimenti.

Ivano Marescotti

Michelangelo - Infinito (2018): Ivano Marescotti

Ivano Marescotti

Michelangelo - Infinito (2018): Ivano Marescotti

Michelangelo - Infinito, si districa lungo un doppio percorso narrativo privilegiato, in cui il regista Emanuele Imbucci guida noi spettatori attraverso una cronologia delle opere più note di Michelangelo, dalla gioventù alla maturità, con una particolare attenzione per quelle rappresentate in forma di scultura.

Introduce e si innesta nel percorso illustrativo e divulgativo improntato sull'opera dell'artista, l'antesignano di ogni biografo esistito ed esistente, quel Giorgio Vasari-uomo di multiforme ingegno, qui perfettamente reso dall'ottimo Ivano Marescotti, che fu anche storico e studioso del suo tempo, e che si alterna per l'occasione, alla voce e alle gesta di un Michelangelo medesimo ripreso in età matura (interpretato con estrema coerenza e partecipazione dal bravo Enrico Lo Verso), impegnato a riflettere sul suo lavoro e a tracciare bilanci esistenziali e artistici, mentre si trova all'interno di una cava di marmo a Carrara, intento a studiare quel gigantesco, massiccio parallelepipedo di pietra levigata, destinato a dar vita ad una sua nuova creazione e ad esprimere un senso di perfezione e vita come solo madre natura nei confronti di pochi eletti riesce, talvolta, a costruire e riflettere su un corpo vivente.

scena

Michelangelo - Infinito (2018): scena

scena

Michelangelo - Infinito (2018): scena

Dalle opere giovanili come La Madonna della scala, passando attraverso l'indolenza contagiosa di un Bacco ebbro quasi sfrontato, arrivando alla perfezione stordente e drammatica della Pietà Vaticana e dell'abbagliante statuario David concepito alla soglia del 1500, fino alle opere della vecchiaia che ci lasciarono come testamento la Pietà Rondanini, scolpita e riveduta per una dozzina d'anni fino a pochi giorni dalla morte, la ripresa cinematografica - che sorvola sapientemente nei dettagli le levigature di corpi umani e dei tessuti riprodotti nella pietra pregiata in modo così sopraffino da apparire più vivi e perfetti di quelli veri - ha il merito di riuscire a farci concentrare meglio sui dettagli rispetto ad una visione diretta ed inevitabilmente impulsiva sull'opera singola.

La veduta nel dettaglio infatti (i dettagli della Cappella Sistina sono davvero una occasione preziosa, unica, per percepire particolari altrimenti impossibili da percepire ad occhio nudo durante una visita in loco), da una parte ci priva dell'emozione a perdita d'occhio permessa da una visione dal vivo, ma ci consente tuttavia di concentrarci sui particolari che altrimenti, per l'emozione o l'enfasi dispersiva di un nostro occhio poco abituato a relazionarsi con opere di tale spessore e perfezione, lo spettatore tenderebbe a far fatica a percepire, tanto sarebbe l'impegno necessario a concentrarsi sul singolo aspetto, a scapito si un così perfetto e mirabile risultato finale.

Enrico Lo Verso

Michelangelo - Infinito (2018): Enrico Lo Verso

Enrico Lo Verso

Michelangelo - Infinito (2018): Enrico Lo Verso

Enrico Lo Verso

Michelangelo - Infinito (2018): Enrico Lo Verso

Ancora una volta onore al merito quando una forma d'arte (il cinema il questo caso) collabora al servizio di un'altra, in questo caso ancora più storicamente consolidata e nobile, per esaltarne i contenuti e le forme.

"Michelangelo - Infinito", docu-fiction prodotta da Sky e distribuita nelle sale come "evento" assieme ad un'altra manciata di interessanti  produzioni dedicate ad altrettanti artisti od autori, ci riesce molto bene, senza mai mascherare il suo intento divulgativo e pedagogico, ma anzi partendo da questo onesto scolastico approccio, per fornirci un compiuto ritratto d'artista orgoglioso, tormentato da dubbi, perfettamente cosciente delle proprie doti quasi sovraumane, e forse proprio per questo quasi soggiogato dalla responsabilità nel gestire questa sua magnifica ed inimitabile dote.

 

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