Trama
Nella Colombia degli anni Settanta, la richiesta di marijuana è in rapido aumento e fa sì che gli agricoltori si trasformino rapidamente in esperti imprenditori. Nel nuovo commercio di droga, Rapayet e la sua famiglia indigena assumono un ruolo di primo piano scoprendo i vantaggi della ricchezza e del potere ma anche i loro risvolti tragici e violenza.
Approfondimento
ORO VERDE: GLI EFFETTI DELLA BONANZA MARIMBERA
Diretto da Ciro Guerra e Cristina Gallego e sceneggiato da Maria Camila Arias e Jacques Toulemonde Vidal, Oro verde porta nella Colombia degli anni Settanta dove una famiglia di indigeni Wayuu si ritrova al centro della fiorente attività di vendita di marijuana alla gioventù americana. Quando l'onore della famiglia tenta di non soccombere all'avidità degli uomini, diventa inevitabile il sorgere di una guerra tra clan che mette in pericolo vite, cultura e tradizioni ancestrali, segnando la nascita del mondo criminale dei cartelli della droga.
Con la direzione della fotografia di David Gallego, le scenografie di Angélica Perea, i costumi di Catherine Rodríguez e le musiche di Leonardo Heiblum, Oro verde è così spiegato dai due registi in occasione della partecipazione del film alla Quinzaine des Réalisateurs 2018: "Senza rinunciare alla nostra tradizione cinematografica, Oro verde segna per noi un punto di rottura, dal momento che rappresenta la nostra prima incursione nel cinema di genere. Come nei lavori che lo hanno preceduto, parlando della nozione di mito, offriamo un ritratto delle persone dell'America Latina e delle loro storie, spesso ignorate. Lo facciamo giocando con i diversi generi cinematografici: Oro verde è un film noir e un film di gangster ma è anche un western, una tragedia greca e un racconto di Gabriel García Márquez. Per certi versi, il genere oggi ha la stessa funzione che aveva il mito un tempo:dare ordine e significato a un'esistenza caotica di cui ci sfugge il senso. I generi non fanno altro che predeterminare la nostra comprensione del mondo e annunciare dentro quali confini si svilupperà una storia. Noi registi non siamo altro che la moderna versione dei cantori di 30 mila anni fa: anche loro, come noi, all'interno delle loro caverne usavano luci e ombre per raccontare una storia.
In Oro verde descriviamo la cultura dei Wayuu, che ha dei codici non lontani a quelli del mondo criminale. C'è ad esempio un personaggio, il palabrero, il cui ruolo è simile a quello del consigliere nella mafia. Quello dei gangster è un genere molto popolare in tutto il mondo: in Colombia, però, è stato spesso bandito o censurato a causa delle devastazioni che la criminalità ha causato nella nostra storia recente. L'idea di raccontare la nascita dei cartelli della droga ci è venuta quando tra il 2006 e il 2007 ci siamo trasferiti sulla costa settentrionale della Colombia per la preparazione di Los viajes del viento e abbiamo appreso dai locali storie sulla droga che disconoscevamo e che avevano come periodo di riferimento quello della bonanza marimbera, ovvero il periodo di dieci anni che va approssimativamente dal 1975 al 1985 durante il quale prosperò il traffico di marijuana e si produsse un clima di spietata violenza. Nell'arte colombiana, c'è stata spesso un'esaltazione del periodo ma mai una riflessione approfondita".
Il cast
A dirigere Oro verde sono Ciro Guerra e Cristina Callego, cineasti colombiani. Nato a Rio de Oro nel 1981, Guerra con i suoi due primi lungometraggi da regista - La sombra del caminante e Los viajes del viento - ha partecipato a numerosi festival internazionali, da Toronto a Hong Kong, ottenendo oltre 40… Vedi tutto
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Commenti (8) vedi tutti
Questo film è sempre meglio, man mano che la storia procede, fino a situazioni e valori universali. Grandi immagini, gran bel film.
leggi la recensione completa di tobanisCiro Guerra guarda ai modelli western per questo film colmo di polvere e sangue. Perchè le direttive principali sono essenzialmente le stesse : la scalata al potere fatta in contesti sociali dove la legge suprema è quella del più forte ; la gratuità della morte come strumento di supremazia ; dei poveri che diventano ricchi e potenti.
commento di Peppe Comuneun film fatto di riti ancestrali,senza tempo,assolutamente da vivere....consigliato.
commento di eziocome in un tipico film di mafia, tutto è perduto, anche tradizione e saggezza ancestrali, di fronte all'avidità. di fronte ad essa non rimangono che dei vuoti rituali inerzialmente ripetuti, privati ormai di significato. coraggioso film di Guerra e Gallego, inevitabilmente schematico ma potente.
commento di giovenostaFilm in cui la storia narra la Storia, in cui poesia e analisi non si annullano. Dopo "L'abbraccio del serpente Ciro Guerra ci dona una esperienza filmica in cui la bellezza visuale ed uditiva di storie e altri linguaggi sono accessibili ai nostri occhi occidentali.
leggi la recensione completa di chiaradashLa svolta inattesa degli anni settanta, la nuova corsa all’oro e l’isolamento autentico di sacche etniche destinate fatalmente alla sparizione, sono l’ultimo capitolo della storia delle colonizzazioni nel Sud del mondo, e la corsa all’ ”oro verde” è il tragico tassello di una storia secolare, una guerra combattuta con altri mezzi.
leggi la recensione completa di yumeIl familismo amorale su cui si innesta ogni dinastia malavitosa presenta archetipi simili in ogni cultura e latitudine. Qui sono scandagliati con originalità, cura antropologica e talento artistico. Ottimo film.
commento di andenkoTragedia dell' involuzione ed autodistruzione di una comunità arcaica corrotta dal narcotraffico, Pajaros de Verano è una pellicola di originalità assoluta, che fonde in maniera sorprendentemente riuscita la crime story delle faide narcos con l'immersione nella magia e nei miti del passato ancestrale del continente sudamericano.
leggi la recensione completa di port cros