Regia di Mike Leigh vedi scheda film
Buona ricostruzione ma un po' debole come film.
Questa volta sono perfettamente allineato con il grande pubblico, che diede un 6 e mezzo a questo film di Mike Leigh. Si racconta di un grande raduno popolare pacifico a Manchester, nell’800, a cui si opposero le autorità, inventando motivi tali per poi scatenare i militari sulla popolazione inerme, col risultato di una dozzina di morti e centinaia di feriti. La popolazione protestava per solite cose (fame, miseria, disoccupazione, stipendi da fame) ma anche per avere diritto di voto, al tempo non esteso a tutti. Le autorità volevano reprimere per i soliti motivi (state buoni, subite e non rompete i maroni e i nostri privilegi), al solito spalleggiati da Chiesa, ricchi industriali e proprietari terrieri, nobiltà e parlamentari.
Il film non è il massimo, è molto lungo e seppure sia un’accurata ricostruzione di quanto accadde (dedicando forse troppo tempo al “prima” della riunione) diventa poi una sorte di docufiction, più che un film, con i popolani che, per dire, parlano spesso per fare spiegoni, rendendo i dialoghi ben poco realistici, sebbene utili a capire la situazione. Si perde insomma un po’ il film e si punta più che altro all’indignazione, con una suddivisione manichea dei protagonisti, da una parte tutti buoni, dall’altra tutti cattivi se non cattivissimi.
La parte più interessante è stato proprio il punto di vista dei “cattivi”, letteralmente disgustati anche dalla sola esistenza dei poveracci, ma anche sdegnati e schifati dalle rivendicazioni, o anche solo dal fatto che il popolo potesse avanzare richieste, un vero senso di rifiuto che traspare, peraltro, anche dalle massime autorità locali ecclesiastiche.
Il titolo si riferisce al fatto che il massacro avvenne a St. Peter’s Field e già all’epoca i media (cioè i giornali) storpiarono il nome volutamente in Peterloo, per avvicinarla a Waterloo, la cui battagli avvenne solo 4 anni prima dei fatti qua raccontati.
La critica che seguo è stata troppo generosa, per questo l’avevo messo in lista; l’opera partecipò a Venezia senza successo (e direi senza potere ambire ad alcunchè); al botteghino passò come un invisibile flop.
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