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Nureyev - The White Crow

Regia di Ralph Fiennes vedi scheda film

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La recensione su Nureyev - The White Crow

di alan smithee
3 stelle

TFF 36 - FESTA MOBILE

Per la sua terza avventura in regia (dopo lo shakespeariano Coriolanus del 2011 e The invisible woman del 2013), l'attore celebrato e fascinoso Ralph Fiennes sceglie di raccontarci l'epopea Rudolf Nureyev: il sogno fattosi concretezza con la determinazione ed il talento, la scuola di formazione con il maestro di sempre che si è prodigato con tutto se stesso per il brillante alunno, complice una moglie insoddisfatta ceduta volontariamente, ma con scarso successo, alle brame dell'eccezionale ballerino.

Il film ne percorre l'irresistibile ascesa, fino ai viaggi all'estero e al rocambolesco tentativo, alla fine riuscito, di richiedere ed ottenere asilo politico da quell'Unione Sovietica castrante che credeva il lui, desiderando immolarlo come altre stelle di prima grandezza, alla maggior gloria dell'onor patrio.

Il film, al di là della azzeccata scelta dell'ottimo interprete, inevitabilmente un uomo di danza (lo interpreta con notevole somiglianza e gran carisma scenico il giovane Oleg Yvenko), si presenta come un fumettone bolso e fiacco, frutto certo di ricostruzioni accurate ed accorte, anche visibili dal punto di vista dello sforzo scenografico di ricostruzione, tecnicamente impeccabile, ma pesante come un macigno.

Fiennes si ritaglia, come di consueto nei film che ha fino ad ora diretto, un ruolo apparentemente di contorno, ma di fatto molto influente nel contesto della narrazione, scandita da un ritmo quasi inesistente, se si eccettua l'ultimo rush finale ambientato in aeroporto, con il ballerino conteso tra polizia francese e ambasciata russa, attraverso un braccio di ferro burocratico ma anche quasi a sfondo materiale, volto ad aggiudicarsi da parte di entrambi i contenenti, l'ambita preda. 

Nel cast una imbambolata e completamente fuori parte Adele Exarchopoulos - nel ruolo dell'amicizia chiave che permetterà a Nureyev di salvarsi artisticamente e privatamente, assicurandosi all'Occidente - non fa che indebolire le dinamiche di una pellicola calligrafica a cui finisce per mancare ogni accenno alla vitalità e alla grazia insite nel leggendario personaggio.

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