Regia di Joel Edgerton vedi scheda film
Dal cinema di genere all'impegno sociale: un balzo importante e rischioso per Joel Edgerton, che ha esordito con l'ottimo "Regali da uno sconosciuto - The Gift" e qui si misura con l'incredibile e triste storia vera di Garrard Conley, raccontata nel suo libro di memorie "Boy Erased: A Memoir". Grande cast, le cui performance fanno i momenti più riusciti del film. Cionondimeno l'adesione al tema è forte e l'ambiguità serpeggiante è costruttiva di una suspance morale che in parte avvince. Ma Edgerton perde fin da subito la misura nella gestione degli sbalzi temporali, che rendono spesso confuso l'incastro tra i flashback e il presente. Un andirivieni che anziché arricchire e stratificare in senso costruttivo il racconto lo demolisce piano piano.
Le intenzioni quindi sono buone, ma il risultato é fiacco e sterile nonostante la dedizione e l'impegno visibili. In "Boy Erased" funzionano in particolar modo i personaggi: Russell Crowe, padre austero afflitto, combattuto tra l'amore sofferto per il figlio e la dedizione ai propri valori clericali, ma soprattutto il terapeuta Victor Sykes che Edgerton si cuce addosso. Per il resto, qualche futile figura di contorno a fare capolino (Dolan) e tanti bolsi ralenti (la sequenza della punizione è particolarmente imbarazzante).
Doveva andare agli Oscar e imporsi come la consacrazione definitiva dell'Edgerton regista, ma è stato flop su ogni fronte.
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