Regia di Joel Edgerton vedi scheda film
In contemporanea con The Miseducation of Cameron Post, un altro film sul flagello delle "terapie riparative" : tratto dalle memorie di chi ci è passato, è un dramma emotivamente crudo, innalzato dalle grandi interpretazioni di un cast stellare
XIII FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2018)
Il tema delle cosidette "terapie riparative", un misto di psicologia spicciola e dogmi religiosi, per "curare" gli adolescenti con orientamento omosessuale è al centro di ben due film americani presentati alla XIII Festa del Cinema di Roma, dimostrazione che evidentemente la tematica è sentita e presente nel dibattito sui diritti civili di Oltreoceano . Se The Miseducation of Cameron Post, una produzione indipendente, aveva una protagonista femminile ed un tono più "leggero" , Boy Erased, con al centro un ragazzo gay proveniente da una famiglia religiosa (è addirittura figlio di un pastore di una congregazione evangelica), vanta un cast stellare, al servizio di una storia più cruda, che colpisce allo stomaco lo spettatore.
Tratta dalle memorie di Garrard Conley , che da adolescente ha subito questo tentativo di "conversione" , la sceneggiatura ci trasporta attraverso l'ordalia del giovane Jared, che , dopo aver rivelato la sua omosessualità ai genitori, viene inviato, in seguito a consulto del padre con due pastori più esperti, alla comunità religiosa "Love in Action", che funziona come un "programma di recupero", basato sui precetti cristiani, ma innestati su una concezione psicologica dell'omosessualità come ferita derivante da esperienze familiari. Il tutto si traduce, come si può ben immaginare, in forme di abuso emotivo ai danni dei ragazzi, che devono individuare nell'albero genealogico familiare le mele marce che hanno dato origine al loro "problema", che vengono costretti a ridicole esibizioni di virilità o addirittura sottoposti a terrificanti funerali simbolici, nel corso dei quali i familiari li colpiscono con delle Bibbie per scacciarne i demoni.
Il film , fortemente drammatico, lascia poco spazio a quegli spiragli di luce che illuminano The Miseduction of Cameron Post, in quanto il giovane Jared trova scarso conforto nei compagni di sventura, ciascuno concentrato nella sua lotta perosnale, chi per cercare di cambiare orientamento, chi per sopravvivere in qualche modo agli abusi psicologici a cui viene sottoposto, per cui anche il protagonista dovrà cercare e trovare da solo la forza per sfuggire alla prigione fisica e mentale in cui viene costretto e soprattutto per far breccia nella rigida religiosità dei genitori, che, animati da una sincera preoccupazione e desiderio di aiutarlo, credono di fare ciò che è meglio per lui.
Oltre alla buona scrittura, che intelligentemente usa l'empatia ed evita di presentare alcuno come un "mostro", il film si regge su una serie di ottime interpretazioni. L'intensità del protagonista, la star ormai più che emergente Lucas Hedges, non è da meno di quelle dei veterani Russel Crowe (il padre pastore combattuto tra l'amore per il figlio e la coerenza ai suoi principi) e Nicole Kidman (tipica cotonatissima signora del Sud USA, in cui si apriranno le prime "brecce" nele granitiche convinzioni genitoriali). Nel cast figurano anche il regista Xavier Dolan (ultimamente molto impegnato a recitare in pellicole altrui), l'influencer Troye Sivian (un po' incongrua la sua chioma ossigenata, che ben difficilmente un ospite di una struttura del genere avrebbe potuto mantenere) e persino il bassista dei Red Hot Chili Peppers, Flea.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta