Regia di Joel Edgerton vedi scheda film
Festa del cinema di Roma – Tutti ne parlano.
Non tutte le domande prevedono una risposta secca e risolutiva, a meno che non si tratti di banalità e la sincerità sia momentaneamente riposta in un cassetto. Di fatto, tante volte le opzioni di risposta offerte sono di facciata e il bivio che si presenta di fronte all’interrogato di turno ha una strada lastricata di indicatori luminosi e un’altra completamente buia, della quale non si ha nemmeno una parvenza di fotogramma che possa dare un consiglio.
A questo punto, viva il (presunto) male minore, sempre se poi sarà effettivamente così, e concediamo un’occasione a chi sospinge – nemmeno troppo velatamente - verso il lido più battuto. Comunque vada, ne scaturirà una lezione da rammentare, utile per guardare finalmente in avanti senza paura, tanto il peggio non può che essere alle spalle.
Arrivato all’età di diciannove anni tenendo segreto il suo orientamento sessuale, Jared Eamons (Lucas Hedges) rivela ai suoi genitori di essere omosessuale. Come tutta risposta, suo padre Marshall (Russell Crowe), un pastore battista della comunità locale, lo costringe a partecipare al corso rieducativo condotto da Victor Sykes (Joel Edgerton), senza che sua moglie Nancy (Nicole Kidman) possa esprimere un’opinione a riguardo.
Jared ci metterà poco per capire quanto sia deleterio per la sua felicità ciò che sta subendo, ma ribellarsi alla decisione imposta da suo padre è un atto che lo obbligherebbe a dare un taglio netto e definitivo alle sue abitudini, imboccando una strada senza alcun spazio di manovra per tornare sui suoi passi.
Rispetto al suo esordio da regista (Regali da uno sconosciuto), con Boy erased, Joel Edgerton alza le sue mire, passando da un prodotto di genere all’impegno che spinge nelle aree della riflessione, sviscerando il tema identitario, con la difficoltà di esistere rimanendo se stessi e quelle barriere insormontabili che non fanno altro che creare infelicità e spingere a mandare tutto all’aria.
Nello specifico, descrive la terra delle opportunità, che tale è solo per chi sta al gioco, rispettando tutte le regole dettate da una rigidità sociale che cala imposizioni per far valere la propria verità. Essere diversi, cioè estranei alla descrizione standard, equivale a essere malati o difettosi, uomini/donne da curare, cancellando quella parte che non può essere accettata in alcun modo.
Un processo obbligato per non essere definitivamente esclusi, che il regista descrive pedinando Jared - interpretato da Lucas Hedges (Manchester by the sea), che si conferma tra i migliori attori emergenti - da una distanza ravvicinata, scrutandone le impressioni e scovando il cambiamento che fermenta e cresce dentro di lui.
Dai suoi occhi, osserviamo un inquadramento sociale che rade al suolo ciò che non tollera, un’educazione che non accetta alcun pensiero difforme dalla dottrina che somministra, tra ignoranza (non capire il pensiero altrui), cecità (non accorgersi dei danni procurati) e interesse (chi si occupa della revisione sessuale è lautamente pagato).
Tematiche che Joel Edgerton, ispirandosi all’omonimo libro di Garrard Conley, maneggia con scrupolo, realizzando una composizione integra e squadrata, che corre il rischio di essere ingessata, non fosse per la dislocazione di lacerazioni che trafiggono la carne e lo spirito. Un risultato reso possibile anche dall’abnegazione del cast, con il protagonista Lucas Hedges sempre sotto la lente d’ingrandimento, una Nicole Kidman pienamente calata nel melodrammatico ruolo di donna matura e un Russell Crowe sempre più sovrappeso ma efficace nel suo essere adamantino. Infine, nei panni di un educatore con il paraocchi, troviamo lo stesso Joel Edgerton, mentre in ruoli di contorno emergono due special guest intriganti e d’eccezione come Xavier Dolan e Flea.
Nel complesso, in Boy erased non tutto fila liscio, ad esempio nella sua prolungata dialettica il conflitto tra religione e scienza viene solo sfiorato e alcune situazioni chiave sopraggiungono in modo irruento, ma è compatto e castigato su un grigiore opprimente, con un cast sintonizzato sull’argomento e frustate dal forte impatto.
Lontano da una mirabile precisione esecutiva, ma sufficientemente accorto e spigoloso per lasciare una cicatrice.
Sul cuore e nella mente.
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