Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film
E' un film che ha i suoi pregi e la sua dignità, come si confà a Mazzacurati, accanto ad alcuni difettucci, come qualche passaggio un po' debole e stiracchiato. L'attrice che interpreta Vesna è brava e in parte, ma la vera colonna portante della pellicola è secondo me Antonio Albanese, che ci offre un'interpretazione ricca di sensibità e sfumature. Trovo riuscito anche il cameo di Fabrizio Bentivoglio (un credibile intrallazzatore e faccendiere) e il quasi cameo, o particina, di Silvio Orlando. Devo poi aggiungere che non mi è piaciuta molto la colonna sonora a base di sassofono.
Quanto alle tematiche, il film vuole mettere a fuoco il personaggio di Vesna, simile a tante altre che in quegli anni, e in parte ancora, emigravano dai paesi dell'Est in cerca di fortuna. E' interessante notare come probabilmente la ragazza non abbia progettato la fuga, ma la improvvisa quasi meccanicamente mentre va in giro per i negozi di Trieste. La sua vita nel paese d'origine non sembra essere negativa o di miseria nera; ciò che la spinge alla fuga è una certa noia e la voglia di una vita agiata in Italia, fatta di vestiti, negozi, un bell'appartamento. In patria ha pure un fidanzato, che sembra amare, ma la voglia di una vita coperta di lustrini è più forte. Anche la via deve essere la più breve possibile, e per lei questa non può essere altro che la prostituzione. Ha qualche tentennamento iniziale, ma i biglietti da 100.000 lire le dissolvono tutti gli scrupoli. Avrà quindi i soldi e l'agiatezza, ma anche tanta tristezza, più che nel suo paese. E' molto interessante il dialogo tra lei e il personaggio di Albanese in discoteca, dove questi le mette davanti agli occhi il fatto che in fin dei conti la sua vita prima non era tragica, e di quanto sia orribile il lavoro che fa adesso (anche se pure lui è uno di quelli...). Lei si arrabbia e se ne va dal locale.
Mazzacurati offre anche un ritratto realsitico di come sia il mondo della prostituzione, ambiente di umiliazione, sopprusi, violenze. Anche gli incontri sessuali coi clienti sono decisamente squallidi, con l'uomo se la "sbatte" (è proprio caso di usare la parola) e lei che fa il manichino.
In generale è un film non perfetto, ma i cui piccoli difetti si perdonano per la sua capacità di ritrarre i personaggi nella loro umanità e verità.
PS: ad un certo punto si allude al fatto che Vesna possa essere incinta, ma poi la cosa viene abbandonata. Era previsto un altro episodio che poi è stato scartato?
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