Regia di Mikhaël Hers vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 2018 - ORIZZONTI
Quel giorno d'estate.... tutto si fermò. E raccontare la verità del tragico accaduto, così come spiegare ad un bambino dove può arrivare la cattiveria ed il fanatismo dell'essere umano, è la cosa più difficile che ci possa essere...anche più difficile della sopportazione del dolore che la tragedia ha causato.
David ha venticinque anni e si arrangia in Parigi facendo un sacco di lavori part time: di base lavora per il comune nella squadra degli addetti al mantenimento del verde pubblico, ma nei momenti liberi si occupa di accompagnare i turisti appena giunti nella capitale, presso le case che costoro hanno noleggiato via internet.
Vive da solo, non ha più il padre, mancato di recente, mentre la madre scappò nel Regno Unito appena concepito, per cui anch'essa risulta non reperibile; in compenso può contare nell'affetto di una sorella maggiore single con una figlia di sette anni, che egli spesso aiuta nell'andare a prendere la bambina a scuola e riportarla a casa.
Il giorno in cui la sorella rimane vittima di una brutale aggressione da parte di un commando terroristico che assalta e spara a sangue freddo in mezzo ad un parco, e muore assieme ad altra gente, il ragazzo si ritrova solo, spiazzato, terrorizzato, a cercare di raccontare qualcosa di plausibile alla bella nipotina bionda, e tentare poco per volta di ricominciare una metodologia di vita che ricordi la quotidianità di un tempo.
Per David questa tragedia comporterà una maturazione accelerata, per un ragazzo già di suo posato e responsabile, che finirà per propendere a prendersi le redini della nipote, chiedendola in adozione, ed evitando che la piccola finisca in qualche orfanotrofio.
Per la regia del francese Mikhael Hers, di cui si era già apprezzato il precedente "Questo sentimento estivo", Quel giorno d'estate diviene una conferma della sensibilità del bravo cineasta, che lavora sui caratteri e sulle sfumature dei due splendidi giovani protagonisti, zio e nipotina, sopraffatti da una tragedia più grande di loro, ma uniti da un affetto che travalica ogni minaccia ed ogni devastante effetto derivante dalla incontenibile follia umana.
Vincent Lacoste, con la sua aria trasognata, la sua espressione tenera ed insicura, raggiunge qui il suo apice interpretativo, rivelandosi uno degli ingredienti più azzeccati e riusciti del delicato e sensibile film.
Nel ruolo della madre e nonna da tempo fuggita dei due protagonisti, a fine pellicola ritroviamo la brava ed intensa Greta Scacchi, mentre ad una consunta Stacy Martin tocca il ruolo della bella vittima dell'attentato di cui si innamora il nostro David.
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