Regia di Mikhaël Hers vedi scheda film
Un film non mediocre ma mediano, nel senso che veleggia come una barca nel mare in bonaccia, senza quel guizzo in più che lo renda diverso da tante pellicole che affrontano il tema della paternità involontaria, in questo caso di un giovane che si ritrova, suo malgrado, tutore della nipote rimasta orfana
Sebbene questo film del 2018 svolga tutto sommato bene il compito di raccontare una storia "classica" e non certo originale (un giovane uomo si trova a dover accudire la nipote di 7 anni diventandone il tutore dopo la morte della sorella) manca tuttavia di un certo mordente, di quel guizzo che dia alla storia quel di più che emerge ad esempio nel similare "Manchester by the sea", film indubbiamente tra i più validi degli ultimi anni nel trattare il tema di una sorta di paternità involontaria (e tralasciando, di porposito, filoni più da commedia alla Matthau di "E io mi gioco la bambina"). Non mancano momenti sinceri e toccanti, come lo spaesamento e le lacrime del protagonista davanti al doppio lutto per la morte della sorella ma anche, in senso figurato, per la fine di quella spensieratezza che ne aveva accompagnato la vita fino ad allora. Si veleggia comunque in un mare in bonaccia, e la dignitosa prova dei protagonisti, zio e nipote, non bastano a dare al film quella marcia in più che lo allontani da una sostanziale medietà.
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