Regia di Stéphane Brizé vedi scheda film
La dirigenza di uno stabilimento dell'azienda Perrin, nel quale lavorano più di 1000 dipendenti, sigla un accordo con gli operai. Questi ultimi accettano una riduzione di stipendio in cambio della promessa che non ci saranno né licenziamenti né delocalizzazioni. Infedeli all'accordo siglato nonostante l'aumento dei profitti, i dirigenti dell'azienda per tutta risposta si troveranno a dover fronteggiare il blocco delle commesse e degli imballaggi da parte degli operai, guidati dal sindacalista Laurent Amédéo (un sempre efficace Vincent Lindon). Ma tra intrallazzi con la politica e l'uso spregiudicato del primo comandamento del potere - divide et impera - la guerra tra padroni e operai si farà durissima per questi ultimi, con un epilogo tragico.
Stephane Brizé aveva lasciato il segno con un'altra storia di lavoro, anch'essa affidata al ricchissimo bagaglio espressivo di Vincent Lindon: La legge del mercato. Stavolta però siamo alla pura accademia: dibattitti infuocati attorno a un tavolo, tachilalia inarrestabile, logomachie infinite, scene di massa di livello amatoriale con un unico attore professionista. Sembra di assistere più a un telegiornale che non a un film dei Dardenne o di Ken Loach. Per seguire la propria vocazione ideologica, pienamente condivisibile, Brizé si scorda il film, appiattendolo su un ritmo del tutto monocorde affidato a un perenne furore verbale, eliminando quasi del tutto le vicende personali che avrebbero permesso l'identificazione con i personaggi del film e, di conseguenza, non riuscendo mai ad emozionare, se non con il pugno allo stomaco dello spettatore sferrato a cinque minuti dalla fine.
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