Trama
Dopo aver promesso a 1100 operai di proteggere il loro lavoro, i manager di una fabbrica decidono all'improvviso di interrompere la produzione. Laurent Amédéo, eletto portavoce, guiderà la carica dei lavoratori contro tale provvedimento.
Approfondimento
IN GUERRA: DIMENSIONE UMANA CONTRO DIMENSIONE ECONOMICA
Diretto da Stéphane Brizé e sceneggiato dallo stesso con Olivier Gorce, In guerra racconta della guerra tra gli operai e i dirigenti di una fabbrica in chiusura. Tutto ha inizio quando, nonostante i pesanti sacrifici economici da parte dei dipendenti e un profitto da record, i dirigenti della Perin, nota nel settore delle forniture automobilistiche e affiliata a una multinazionale tedesca, decidono la chiusura totale della filiale. Dopo la violazione di ogni accordo e le promesse non rispettate, i 1100 dipendenti del siti, guidati dal loro portavoce Laurent Amédéo, decidono di opporsi alla decisione e di tentare la qualsiasi pur di salvare il loro posto di lavoro.
Con la direzione della fotografia di Éric Dumont, le scenografie di Valérie Saradjian, i costumi di Anne Dunsford e le musiche originali di Bertrand Blessing, In guerra viene così raccontato dal regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Cannes 2018: "In guerra nasce dal desiderio di capire cosa si cela dietro le immagini dei mass media, che quasi quotidianamente diventano testimoni delle violenza che può sorgere durante i cosiddetti scontri sociali. Cosa accede prima che essa scoppi? Quale percorso porta a tale esplosione di rabbia? La rabbia che spesso vediamo è alimentata dall'umiliazione e dalla disperazione accumulate durante settimane di lotta tra forze sproporzionate. In guerra è stato pensato come un'epopea romantica che si nutre della realtà che ci circonda. Gira intorno alla descrizione di un meccanismo economico che, tipico del XXI secolo, ignora l'essere umano esasperandone la rabbia, rabbia che nella mia storia è incarnata in particolare da un rappresentante sindacale che, al di là di ogni retorica politica, ha semplicemente il bisogno di essere la voce dell'indignazione e della sofferenza dei suoi colleghi. La sua sfida è la stessa di quella degli altri 1100 dipendente: rifiutarsi di essere privato di un lavoro che consente a una società di guadagnare ancora più denaro di quanto già guadagni, dal momento che questa ha chiesto ai dipendenti di fare grossi sacrifici in cambio della difesa del loro stesso posto. Chiunque di noi abbia visto un telegiornale sa che stiamo parlando di una situazione oramai diffusa. La Perrin, l'azienda al centro della disputa, potrebbe benissimo chiamarsi Goodyear, Continental, Allia, Ecopla, Whirpool e così via, tutti casi di multinazionali i cui tagli secondo gli esperti e le analisi non nascono da difficoltà economiche effettive o da minacce per la competitività.
Si dirà che In guerra è un film politico: è vero ma lo è nel senso etimologico del termine dal momento che guarda alla vita della polis, della società. Non parla di nessun partito o sindacato in particolare: osserva semmai un sistema oggettivamente coerente dal punto di vista del mercato ma altrettanto incoerente dal punto di vista umano. Sono questi i due poli che vengono opposti: la dimensione umana e la dimensione economica, che difficilmente sembrano coesistere nel mondo di oggi. Io e Olivier Gource ci siamo documentati per comprendere a pieno le regole del gioco di questo tipo di situazione. Lavoratori, direttori delle risorse umane, dirigenti aziendali e avvocati per la difesa dei dipendenti ci hanno aiutato a comprendere meglio entrambi i punti di vista e a evitare tutti i luoghi comuni che l'argomento si porta con sé. Fondamentale è stato l'incontro con Xavier Mathieu, ex leader sindacale di Continental che ci ha raccontato come il conflitto che aveva vissuto in prima persona nel 2009 fosse stato organizzato e strutturato. Abbiamo voluto mostrare come esista un sistema economico che è servito da uomini e donne che semplicemente non perseguono gli stessi interessi e obiettivi dei dipendenti".
Il cast
A dirigere In guerra è Stéphané Brizé, regista, sceneggiatore e attore francese, nato a Rennes nel 1968. Dopo un diploma universitario in elettrotecnica all'università di Valenciennes, ha avuto la possibilità di accedere a uno stage presso l'emittente televisiva France 3 Rennes, dove ha iniziato a interessarsi… Vedi tutto
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Commenti (8) vedi tutti
Un po' spento. Si riscatta solo nel finale.
commento di OssIn definitiva il solito Film Francese a Tema impegnato/ Impegnativo in onda da Noi ovviamente su "Rai 3" e giusto per il 1° Maggio.voto.1.
commento di chribio1....una interminabile trattativa sindacale, come quei dibattiti pseudo-politici che vediamo in TV....tutti che rimangono della loro opinione , e non si raggiunge mai una vera sintesi. Film noioso e triste nella parte finale. Il sindacato dei lavoratori, che viene affossato dai lavoratori stessi (io ti ho creato, io ti distruggo). voto 5
commento di ivcaviccSembra un documentario su una lotta sindacale. Non ci vedo niente di bello come film. Una pizza. E poi il titolo... la guerra è un altra cosa, ben più terribile.
commento di corradopStephan Brizé affronta ancora il tema del lavoro e della sua precarietà nel mondo globalizzato, dopo aver fatto uscire qualche anno fa La legge del mercato (2015), con lo stesso attore di allora, Vincent Lindon, senza indugiare (lodevolmente) questa volta, però, sugli aspetti privati e patetici della vita del protagonista.
leggi la recensione completa di laulillaIl focus di Brizè sulle sperequazioni di un mondo del lavoro schiavo delle logiche neoliberiste e succube di una legislazione studiata su misura passa dal livello individuale a quello collettivo. Cinéma vérité che tenta di rimanere aderente alla materia trattata ma che non resiste ad un paio di soluzioni ad effetto.
leggi la recensione completa di maurizio73"un sistema economico che è servito da uomini e donne che semplicemente non perseguono gli stessi interessi e obiettivi dei dipendenti". Brizè scopre l'acqua calda. C'è stato qualcuno che certe cose le aveva pensate e scritte piuttosto bene diverso tempo fa e che oggi è stato messo in soffitta.
commento di bombo1ad oggi è difficile trovare nel mondo un regista come Brizé, in grado di rappresentare in maniera così efficace una storia come questa. realistico, intenso, impressionante. Vincent Lindon giganteggia su un cast che sembra venuto fuori da un reportage giornalistico.
commento di giovenosta