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Il mio capolavoro

Regia di Gastón Duprat vedi scheda film

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La recensione su Il mio capolavoro

di gaiart
7 stelle

Non parlare a meno che tu possa migliorare il silenzio. Anonimo Cinese I film sull’arte sono tutti belli perché insegnano ai comuni mortali il dolore di questa scelta, i sacrifici che comporta, la fantasia con cui si vive e la curiosità dell’anticonvenzionalità.

Non parlare a meno che tu possa migliorare il silenzio.

                                                 Anonimo Cinese

 

"Gli opposti si toccano e il freddo brucia"


I film sull’arte sono tutti belli perché insegnano ai comuni mortali il dolore di questa scelta, i sacrifici che comporta, la fantasia con cui si vive e la curiosità dell’anticonvenzionalità.

Tutti i film con gli artisti sono utili perché rimettono in dubbio la sicurezza di un' Audi Station Wagon, quella di un materasso comodo, una cena ricca e una casa al mare.

Insegnano che esiste il silenzio. Insegnano che esiste la sofferenza.

La scelta di fare l'artista è sempre una scelta scomoda, soprattutto per coloro che, anche quando arrivano vicino al successo decidono di manter fede ai propri ideali artistici, politici, sociali e fregandosene del commercio, della richezza, dell'affitto da pagare vanno controcorrente e non producono quello che viene richiesto da un gallerista, da un mecenate, da un imprenditore.

Ignorando o cavalcando le mode, esplorando il mondo dell'arte contemporanea dall'interno con le sue truffe, con i suoi personaggi tamarri satelliti beoti o delle cimici infiltrate che si spacciano per connoisseurs,  le sue baggianate incrostate vendute per milioni di dollari, assaporando le tendenze di mercato, rimanere saldi e fedeli a se stessi come artista diviene quasi un MANTRA obsoleto. 

"Sono così pessimista da diventare ottimista" -
dice di se l'artista Renzo Nervi, nel film di Duprat,  un anziano pittore, niente di speciale, produzione nell'ambito dell'espressionismo pittorico, ma più un clone tra Warhol e Kirchnerin versione argentina. Egli si appoggia e diventa amico di Arturo Silva gallerista che lo protegge dai guai, di salute, morte e anche economici.

Niente è reale nel mondo dell'arte, ne i quadri prodotti, ne le idee per farli, nemmeno forse la vicinanza di due anime, quella di colui che produce e quella di colui che vende.


Analizzando la vera speculazione sulla pelle degli artisti che quasi sempre esiste, il film come il bellissimo The Square, ma in modo meno sofisticato ed elegante vuole analizzare il tema: L’arte è una truffa? Soprattutto la contemporanea.

Quindi la triade Arte, vita e morte è il fil rouge del film ed è perfettamente analizzata, derisa, sfruttata, idealizzata in questa pellicola che, nonostante il basso livello estetico, ha un alto livello intellettuale e fornisce sorprese in sceneggiatura che non si spoilerano per non rovinarne la visione.




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