Trama
Arturo è il proprietario di una galleria d'arte di Buenos Aires. Attraente, sofisticato e senza scrupoli, rappresenta anche gli interessi di Renzo, un pittore astratto caduto in bassa fortuna. La loro è una relazione d'amore e d'odio: come spesso accade tra galleristi e artisti, non sono d'accordo quasi su nulla e i loro scontri sono leggendari. Arturo ha poi in mente un piano rischioso per cambiare il destino di Renzo ma l'arrivo di Alex, ex aspirante artista e allievo del pittore, rimetterà tutto in discussione.
Approfondimento
IL MIO CAPOLAVORO: SULL'AMICIZIA E SULL'ARTE
Diretto da Gastón Duprat e sceneggiato dallo stesso con Andrés Duprat, Il mio capolavoro racconta la storia di Arturo, un gallerista d'arte dai modi ammaliatori, sofisticato e talvolta senza scrupoli. È il proprietario di una galleria nel centro di Buenos Aires, città che lo affascina. Renzo, invece, è un pittore scontroso, quasi selvaggio, ormai in forte declino. Detesta il contatto umano ed è al limite dell'indigenza. Il gallerista e il pittore sono legati da un'antica amicizia, ma non hanno praticamente nulla in comune. Il fatto di avere mondi e idee diametralmente opposti genera tra i due forti tensioni e discussioni. Ma nonostante le differenze sono grandi amici e sono pronti a tutto in nome dell'arte... e dei soldi!
Con la direzione della fotografia di Rodrigo Pulpeiro, le scenografie di Cristina Nigro, i costumi di Luciana Marti e le musiche di Alejandro ed Emilio Kauderer, Il mio capolavoro è la storia della grande amicizia tra Arturo e Renzo. A raccontare il film è lo stesso regista in occasione della partecipazione fuori concorso al Festival di Venezia 2018: "Il mio capolavoro racconta la storia di un'enorme truffa nel mondo dell'arte, e parallelamente, quella dell'amicizia tra Arturo e Renzo. Oltre alla storia intensa e potente legata alle frodi nel mondo dell'arte, il lungometraggio riflette infatti sulle contraddizioni della creazione artistica e sui limiti dell'amicizia.
Il mio capolavoro è stato girato in 8 settimane tra Buenos Aires, Rio de Janeiro e i meravigliosi paesaggi naturali della provincia argentina di Jujuy. Mariano Cohn, co-regista di Il cittadino illustre e El hombre de al lado, questa volta ha rivestito il ruolo del produttore, avviando una coproduzione con il gruppo spagnolo Mediapro che ha garantito al progetto notevole visibilità. Quanto alla sceneggiatura di Andrés Duprat (sceneggiatore di Il cittadino illustre e El hombre de al lado): è straordinaria, un meccanismo perfetto".
Il cast
A dirigere Il mio capolavoro è Gastón Duprat, regista e produttore argentino. Nato nel 1969 nella provincia di Buenos Aires, ha mosso primi passi della sua carriera nel campo della video art e del cinema sperimentale. Insieme a Mariano Cohn ha diretto 8 lungometraggi: Enciclopedia, Yo Presidente, L'artista, El… Vedi tutto
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Commenti (9) vedi tutti
Garbato sicuramente, ma anche profondamente prevedibile e con una morale/critica sul mercato dell'arte che non va oltre la banalità.
commento di silviodifedeDivertente commedia sull'arte e il carattere spesso scontroso degli artisti. Un pò troppo tagliata con l'accetta la caratterizzazione dei personaggi, ma godibile.
commento di iroTutta la prima parte del film convince per come alterna il tono da commedia con delle sagaci riflessioni sul ruolo sociale dell'arte. Poi scende un po' di tono, con un susseguirsi di colpi di scena che non sempre vanno a segno. Ma nel complesso è un un film godibile che si fa apprezzare anche per la location di una bella e "decadente" Buenos Aires.
commento di Peppe ComuneFilm che per l'originalità, la ricchezza dei colpi di scena che ribaltano continuamente le attese, la coerenza della narrazione, mi è parso bene collocarsi all’interno della tradizione argentina del racconto di truffe e raggiri grottesco, spiazzante e molto divertente, che ha avuto in Fabián Bielinsky uno dei più interessanti registi
leggi la recensione completa di laulillaArte e amicizia in una commedia di buona qualità
leggi la recensione completa di siro17Il cinema sudamericano ci sa donare film gradevoli, ironici e spesso con tematiche coraggiose. Questo film è godibile, girato con maestria, mai banale come ciò che ci arriva dall'altra America, volgare, stupida e violenta, o dall’asfittica, moribonda commedia italiana dei Giallini, Papaleo e compagnia cantante.
commento di francaraccioOgnuno è per quello che fa, non per quello che dice.
leggi la recensione completa di ManuelaZarattiniNon parlare a meno che tu possa migliorare il silenzio. Anonimo Cinese I film sull’arte sono tutti belli perché insegnano ai comuni mortali il dolore di questa scelta, i sacrifici che comporta, la fantasia con cui si vive e la curiosità dell’anticonvenzionalità.
leggi la recensione completa di gaiartGastón Duprat, questa volta coadiuvato alla sceneggiatura dal fratello maggiore Andrés (che è anche l'attuale direttore del Museo delle Belle Arti a Buenos Aires), continua a sfornare sagaci e piuttosto amare commedie sul mondo dell'arte contemporanea, mettendo alla berlina la società argentina. paradigmatiche ed esilaranti.
commento di giovenosta