Regia di Rodrigo Sorogoyen vedi scheda film
Tuo è il Regno, tua è la Potenza e la Gloria nei secoli dei secoli.
Con questa frase potremo sintetizzare la politica spagnola che esce fuori dal film vincitore di bel 7 Premi Goya "Il Regno" diretto da Rodrigo Sorogoyen.
Un Regno che nel nome del potere e della sua stabilità fagocita e butta giù dalla torre chi vuole, sudditi e cavalieri. Perchè il Re non sarà mai morto, lunga vita al Re. Rodrigo Sorogoyen racconta sotto forma di thriller in puro stile anni 70 questo gioco al massacro che vede coinvolti gli altri vertici della politica spagnola e in particolar modo Manuel López – Vidal scelto come vittima sacrificale ma che tanto capro espiatorio non vuole passare.
Manuel López – Vidal è un cinico, ha la superbia che esce dagli occhi.
Il film si apre con un lungo piano sequenza che lo segue con la camera appiccicata sul collo servire e abbuffarsi di Gamberoni pregiatissimi tutta la corte dei miracoli che si spartisce la torta.
Fin dalle scene iniziali il regista non vuole creare empatia tra il protagonista e il pubblico.
Manuel López – Vidal ama comandare, ama il suo regno ed è disposto a tutto pur di tenerlo stretto a sè.
Purtroppo per lui viene pubblicata una sua intercettazione e il castello di carte crolla intorno a se, abbandonato dal partito, la famiglia che piano piano ne prende le distanze.
Manuel López – Vidal rimane un uomo solo in balia degli eventi che invece di chinare il capo e pagare per i suoi peccati inizia a fare l'unica cosa che sa fare: attaccare il sistema che conosce benissimo all'interno anche a costo della sua stessa vita.
A dare volto e soprattutto corpo a questo uomo camaleonte della politica spagnola è il bravissimo Antonio de la Corte.
Un pitbull che cammina a testa bassa contro ogni ostacolo che si trova davanti ma anche un uomo tronfio e arrrogante che ti guarda dritto negli occhi e fa capire che a lui non gli metti i piedi in faccia.
Un viaggio di due ore attraverso l’inferno della politica che può essere condensato nello scontro finale con una giornalista che non vuole uno scoop in diretta ma vuole solo la verità in nome del popolo spagnolo e quel “Lei è pentito?” in attesa di risposta è la vera rappresentazione della sfiducia verso una classe politica che in realtà non cambierà mai a tutte le longitudini che sia la Spagna, l’Italia o qualsiasi altro posto al mondo.
Voto 7
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