Trama
1972. Una sera d'autunno, nove prigionieri politici vengono prelevati dalle loro celle per essere isolati in nuove piccole celle, in cui trascorrono la maggior parte del loro tempo con un cappuccio in testa. Tra costoro, vi è anche Pepe Mujica, destinato a divenire qualche tempo dopo presidente dell'Uruguay.
Approfondimento
UNA NOTTE DI 12 ANNI: LE TORTURE AI DETENUTI IN URUGUAY
Diretto e sceneggiato da Álvaro Brechner, Una notte di 12 anni ripercorre una pagina buia della recente storia dell'Uruguay. Tutto a inizio nel settembre del 1973: l'Uruguay è sotto il controllo di una dittatura militare. Il movimento di guerriglia dei Tupamaros è stato schiacciato e smantellato da un anno. I suoi membri sono stati imprigionati e torturati. Un'infausta notte di autunno, nove prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell'ambito di un'operazione militare segreta che durerà 12 anni.
Da quel momento in poi, verranno spostati, a rotazione, in diverse caserme sparse nel Paese e assoggettati a un macabro esperimento: una nuova forma di tortura mirata ad abbattere le loro capacità di resistenza psicologica. L'ordine dell'esercito è chiaro: "Visto che non possiamo ammazzarli, li condurremo alla pazzia". Per oltre un decennio, i prigionieri resteranno in isolamento, in minuscole celle dove trascorreranno la maggior parte del tempo incappucciati, legati, in silenzio, privati di necessità fondamentali, denutriti, e i loro sensi saranno ridotti ai minimi termini. I loro corpi e le loro menti spinti oltre i limiti dell'immaginabile.
Una notte di 12 anni è la storia di come siano riusciti a sopravvivere, a conservare volontà e determinazione, a ricreare il loro mondo attraverso l'immaginazione, al fine di sfuggire alla terribile realtà che li condannava inesorabilmente alla follia.
Con la direzione della fotografia di Carlos Catalán, le scenografie di Laura Musso, i costumi di Alejandra Rosasco e le musiche di Federico Jusid, Una notte di 12 anni è basato sulle testimonianze delle esperienze vissute da tre delle figure più note dell'Uruguay contemporaneo: José "Pepe" Mujica (ex Presidente dell'Uruguay), Mauricio Rosencof (scrittore e poeta di fama), ed Eleuterio Fernández Huidobro (ex Ministro della Difesa).
Una notte di 12 anni è così spiegato dal regista in occasione della partecipazione del film al Festival di Venezia 2018, nella sezione Orizzonti: "Che cosa resta di un uomo dopo che è stato spogliato di tutto? Isolato, fuori dal tempo, privato di qualsiasi stimolo, senza punti di riferimento a cui potersi aggrappare, i suoi stessi sensi incominciano a tradirlo. Ma qualcosa è radicato dentro di lui, qualcosa che nessuno può portargli via: la sua immaginazione. Una notte di 12 anni è, in primo luogo, una discesa negli abissi. Basato su una storia vera, mostra come, nel corso di 12 anni, tre uomini siano stati gradualmente privati di ogni attributo umano, sottoposti a un processo di abbrutimento fisico e di spersonalizzazione, volto a privarli della ragione e, in ultimo, a distruggerne ogni capacità di resistenza fisica e morale, costringendoli a reinventarsi dalle ceneri della propria umanità per affrontare e superare prove di inconcepibile crudeltà. Il progetto mi ha richiesto un lungo lavoro di ricerca e preparazione, durato oltre quattro anni.
Il film è una sorta di percorso esistenziale, la sfida principale, quindi, è stata quella di evitare di farne un prison-movie. Il mio obiettivo non era solo una meticolosa ricostruzione storica degli eventi, bensì la riproduzione di un percorso estetico e sensoriale, tale da consentire al pubblico di toccare da vicino l'esperienza di come si possa sopravvivere a una tale lotta interiore. È stato un cammino oscuro, ma anche molto gratificante. Irto di difficoltà e sfide, il film ha riconfermato le mie convinzioni, vale a dire, che anche quando le circostanze possono far pensare che tutto sia ormai perduto, non si devono sottovalutare le potenzialità della forza e della resistenza dell'essere umano".
Il cast
A dirigere Una notte di 12 anni è Álvaro Brechner, regista, sceneggiatore e produttore uruguayano. Nato a Montevideo nel 1976, si è laureato in Scienze della Comunicazione Sociale nel 1998. Trasferitosi a vivere a Madrid nel 2000, ha diretto numerosi cortometraggi, presentati in anteprima a oltre 140 festival… Vedi tutto
Trailer
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Commenti (7) vedi tutti
Film intensamente umano di liberazione, a tratti mistico, contro tutte le destre dell'America Latina rappresentata vivida nei corpi martoriati e nell'interiorità integra dei Tupamaros ridotti a una prigionia feroce che non li piega ma anzi li rafforza. Ottimo film, anche per un buon auspicio alle imminenti elezioni.
commento di logosfinalmente una pellicola che emoziona
commento di Lucat69marzoIl tempo non cambia le cose se si rimane fedeli alla bontà delle proprie convinzioni. Questo è l'assunto basilare su cui poggia la struttura narrativa del film, una storia civile che fa dell'attesa un potente strumento di lotta politica. Il presente è nella brutalità della dittatura militare. I silenzi preparano l'avvento di un futuro di speranze.
commento di Peppe ComuneOpera pregna di forza umana,lontana dallo stilema dei "prison-movie" e più concentrata sulla libertà interiore dell'essere umano.
leggi la recensione completa di GIMON 82Un film di confini angusti, di spazi sempre più stretti, di buio sempre più profondo che porta alla luce.
leggi la recensione completa di yume« Chi compie viaggi esteriori cerca la completezza nelle cose, chi si dà alla contemplazione interiore trova la sufficienza in se stesso. » Lieh Tzu, IV, 51
leggi la recensione completa di gaiartBrechner utilizza una regia molto classica per un film comunque onesto e doveroso. da vedere in coppia col documentario di Kusturica su Mujica.
commento di giovenosta