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L'eroe della strada

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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La recensione su L'eroe della strada

di maurizio73
5 stelle

Rude vagabondo e taciturno arriva, nascosto in un vagone merci, nella New Orleans grigia e triste degli anni difficili della Grande Depressione. Riesce ad inserirsi, grazie ad un cinico broker, in un giro di combattimenti clandestini a mani nude. Ne diviene ben presto il dominatore incontrastato attirando il malsano interesse di un piccolo boss locale. Walter Hill firma, con la sua opera prima, un dramma 'sociale' di scarso spessore psicologico che vale più per l'ambientazione ed un certo pionieristico spirito d'avventura. L'accuratezza della ricostruzione scenografica (una New Orleans fotografata per lo più in esterno e interno notte e costruita come un desolato sobborgo industriale e commerciale di fabbriche dismesse, banchine umide, snodi ferroviari periferici, vicoli bui e miserrimi e squallide catapecchie) fa da sfondo ad una storia classica di miseria ed eroismo dove la dimensione sociale sembra ridursi al bieco mercimonio tra i suoi protagonisti: una umanità inaridita e marginale che vede l'altro come mera occasione di sfruttamento e di sopravvivenza. Lo sviluppo narrativo appare scarno e convenzionale iterando lo schema di occasioni per nuovi combattimenti in una escalation dove le regole di un'arte nobile come il pugilato vengono piegate alle esigenze di uno spettacolo primitivo e brutale: scontri a mani nude in arene vocianti di scommettitori clandestini. Anche la sottotrama sentimentale appare esile e inconsistente nell'economia di un racconto dove i personaggi secondari sono poco più che figure di contorno (una Jill Ireland bellissima e disillusa già moglie e partner professionale di C.Bronson). Le scene di lotta sembrano edulcorate e filtrate da una estetica più plastica che realistica (i combattenti non recano quasi tracce dei colpi terribili che ricevono) e richiamano in un certo modo gli slapstick in voga agli albori del cinema. Charles Bronson è un eroe solitario e monoespressivo dalla faccia di gomma e lo sguardo di ghiaccio, mentre Coburn gigioneggia nel ruolo per lui usuale di cinico e avido approfittatore. Finale mestamente idealista. Marginale.

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