Regia di Dziga Vertov vedi scheda film
Una poesia per immagini, in cui l’incedere della retorica si confonde con il ritmo incalzante di una ballata. La grandezza dell’Unione Sovietica è decantata con un flusso di immagini che mescola lirismo ed enciclopedismo, e si sviluppa intorno ad un’unica, interminabile frase: una sequenza di parole che si imprimono a caratteri cubitali sullo schermo, scandendo la vigorosa pulsazione di un crescendo o di un refrain. L’anima di questo documentario celebrativo è un pensiero lungo quanto un viaggio, su cui si innestano piccole rassegne antologiche a contenuto geografico, faunistico, antropologico. L’intento propagandistico è troppo onestamente dichiarato e troppo sinceramente appassionato per essere stigmatizzato: La sesta parte del mondo gronda amore e orgoglio per l’appartenenza ad una nazione vasta, ricca, multiculturale, che attraversa la Storia a tempo di marcia e, con la stessa fiera determinazione, si avvia verso il sogno (o forse solo il miraggio) del progresso.
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