Regia di Claude Goretta vedi scheda film
Com'era brava Isabelle Huppert già da giovane, a soli 24 anni, come protagonista di questo "La dentelliere" che evoca nel titolo un dipinto di Vermeer. Nel ruolo della sfortunata Pomme la Huppert dimostra già di essere una fuoriclasse della recitazione, in un personaggio sensibile e piuttosto passivo, una aspirante parrucchiera che si innamora di uno studente universitario di famiglia borghese che però si stufa presto di lei e ne causa il crollo psichico. Vedendo questo film mi sono ricordato di un'altra pellicola per certi versi simile nella trama come "Splendore nell'erba" di Elia Kazan, anche se quello era un melo molto più febbrile e sanguigno, mentre qui il regista svizzero Claude Goretta ci propone un registro introspettivo e più sfumato che si pone in territorio bressoniano, e in particolare ricorda "Così bella così dolce" con Dominique Sanda. Il finale è molto triste e fa riflettere sulle responsabilità insite nel rapporto affettivo, con una denuncia delle logiche di sfruttamento tipiche della borghesia che gli fa assumere un valore "politico" non indifferente. La dolce Pomme non è all'altezza delle pretese intellettuali del fidanzato e viene accantonata con una indifferenza un po' crudele: Goretta trova il tono giusto per raccontare questa storia avvalendosi di ottimi interpreti e di una fotografia che privilegia i campi lunghi, con un raffinato gusto visivo. Tra gli altri interpreti si apprezza Yves Beneyton nella parte dello studente, misurato e convincente e Florence Giorgetti nel ruolo di Marylene, migliore amica della protagonista (avevo già visto questa brava attrice in un ruolo da comprimaria in "La grande abbuffata" di Marco Ferreri). Film pessimista ma lucido, certamente da riscoprire. Secondo Morandini Beatrice detta Pomme appartiene "alla categoria degli esseri umili e indifesi la cui silenziosa ricchezza è invisibile al mondo". Bella definizione.
Voto 8/10
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