Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Uno degli ultimi gialli italiani in grado di mantenersi al livello (alto) dei predecessori, girato con estrema cura da Fulci, in tal caso insolitamente pacato sul versante gore e splatter. L'attenzione del regista è orientata verso una sceneggiatura più elaborata, destinata a un cast artistico di tutto rispetto (Lovelock e la Karlatos).
New York. all'Arts Living Center, accademia di danza femminile, un misterioso assassino prende di mira le ballerine uccidendole, dopo averle cloroformizzate, con uno spillone acuminato che attraversando il seno sprofonda nel cuore. La direttrice della scuola, Candice (Olga Karlatos), ossessionata da incubi ricorrenti che la vedono perseguitata da George (Ray Lovelock), un modello pubblicitario di sua conoscenza, si convince che alcuni di quei sogni ripetuti con ciclica cadenza allo stesso identico modo, in realtà possano celare la vera identità del killer. Parallelamente, la polizia indaga.
Nel 1984, anno d'uscita nelle sale di Murderock, Il giallo italiano - come quasi ogni altro genere - era ormai al crepuscolo da tempo. Argento con Tenebre (1982), Fulci con Lo squartatore di new york (1982) e Bava con La casa con la scala nel buio (1983): sono gli ultimi esemplari, assimilabili a "canti del cigno", che lasciano una traccia indelebile di un'epoca dorata, sin dal principio (primi anni Settanta) apprezzata giustamente dal pubblico e - in parte - anche dalla critica. Il giallo italiano, che in realtà prosegue sottotono ed è tuttora in essere con esemplari generalmente dal taglio televisivo, ha però visto anche nella fase finale alcuni titoli emergere sulla mediocre piattezza generale dovuta essenzialmente al cambio di target dei prodotti, destinati cioè per essere poi diffusi anche sul "piccolo schermo". Murderock sembra in parte seguire questa tendenza, essendo insolitamente privo di gore e splatter proprio nel periodo in cui Fulci nell'eccesso e nell'estremismo grafico (si pensi alla celebre "trilogia della morte") aveva trovato il suo punto di forza. In questa occasione, assieme a Clerici e Mannino, il versatile e abile regista romano imbastisce una sceneggiatura che sembra subire l'influenza di Flashdance (Adrian Lyne, 1983), senza però rinunciare al clima di giallo "razionale" del decennio precedente, con immancabile e funzionale risvolto whodunit (contrazione dall'inglese "who has done it?", ovvero "chi l'ha fatto?").
Nonostante il sangue scorra a piccole dosi (appena qualche goccia), il ritmo del film è sostenuto e reso di qualità sia dal buon apporto degli attori (in particolare si distinguono la Karlatos e il sempre professionale Lovelock), sia dalla notevole colonna sonora di Keith Emerson (che solo qualche anno prima aveva collaborato con Dario Argento all'ottima soundtrack di Inferno) e, non da ultimo, dalla dinamica e vivace direzione di Fulci. L'uso funzionale e spiazzante delle luci con faretti colorati (ottimo il lavoro di Giuseppe Pinori alla fotografia) e il professionale lavoro di Vincenzo Tomassi, che opera un montaggio esemplare, sono gli altri elementi che contribuiscono a rendere di qualità il prodotto. Che forse era già pensato per approdare in televisione ma al tempo stesso finisce per essere più disturbante di altri film del periodo, a dispetto della poca violenza fisica proposta sullo schermo. Murderock è un film intrigante ma anche a suo modo sensuale, grazie alla presenza del "corpo" di ballo composto da sinuose e delicate ballerine, che contribuiscono a rendere ancor più gradevole la visione. Il movente del killer è inoltre uno dei più verosimili mai proposti nel filone e il finale tragico e nero ristabilisce i confini della poetica artaudiana. Una poetica che qui brilla di luce propria, ossia in forza del caratteristico tocco d'autore e in virtù di una scelta stilistica (l'autocensura sullo splatter) che finisce per rendere più emozionante e insolitamente più efficaci i momenti thriller. Murderock è in sostanza uno degli ultimi veri gialli all'italiana, opera di un outsider che ha lasciato traccia indelebile in ogni genere cinematografico affrontato.
I camei di Lucio Fulci
Lucio Fulci, sin dagli esordi anche come sceneggiatore nel mondo cinematografico, non ha mai rifiutato di fare una breve comparsa come attore, quando ne ha avuto occasione. Da Totò a colori (Steno, 1952) sino all'interpretazione nel ruolo principale del suo ultimo lavoro, Le porte del silenzio (1991). In particolare, dopo l'inatteso positivo riscontro critico ottenuto in Francia nei primi anni Ottanta, seguente la fase "horror" pura, Fulci si è sentito un pò come Hitchcock, ossia in dovere di fare brevi camei. Eccolo quindi apparire anche in Murderock - dal minuto 55,30 al minuto 56,30 - nel ruolo dell'agente talent scout di nome Phil. Telefona a Candice (Olga Karlatos) per comunicargli che l'ingaggio, come attore, di George (Ray Lovelock) non potrà avere corso a causa di un omicidio avvenuto nel passato nel quale fu coinvolto, in circostanze mai chiarite, lo stesso George.
Murderock: cameo di Lucio Fulci
Curiosità
Il cartellonista incaricato di realizzare il manifesto del successivo - e ancora a suo modo interessante - giallo italiano Morirai a mezzanotte (Lamberto Bava, 1985), ha tratto evidentemente spunto per il suo lavoro da una foto di scena del film Murderock (ved. comparazione seguente).
"La danza è la madre di tutte le arti. La musica e la poesia esistono nel tempo; la pittura e l’architettura nello spazio. Ma la danza vive contemporaneamente nel tempo e nello spazio. Prima di affidare le sue emozioni alla pietra, al suono, l’uomo si serve del suo corpo per organizzare lo spazio e ritmare il tempo." (Curt Sachs)
Fulci presenta Murderock mentre è ospite - assieme a Maurizio Merli - di Corrado
(Ciao gente, anni Ottanta).
Murderock: cast artistico
F.P. 23/03/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 88')
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